AGNONE - La prova del nove o meglio quella del fuoco per il sindaco De Vita e la sua maggioranza di centrodestra è attesa per domani, quando a partire dalle 17 a palazzo San Francesco si riunirà il consiglio comunale. Sarà quella l’occasione per conoscere le intenzioni dei cinque dissidenti (Amicone, Chiantese, Labbate, Li Quadri e Casciano) che nel frattempo hanno formato un loro gruppo all’interno della stessa maggioranza. Le domande che oggi si rincorrono sono numerose ma vanno tutte nella stessa direzione. I “magnifici cinque” saranno in grado di andare fino in fondo e far cadere De Vita responsabile di non aver rimosso dal Bilancio Pasquale Mastronardi, reo – a loro dire – di un’azione amministrativa insoddisfacente? Avranno il coraggio e la forza di fare questo passo? O preferiranno mantenere De Vita sotto scacco per il futuro? Oppure confermeranno quelle voci che indicano tutto questo bailamme simile ad un fuoco di paglia? In attesa di risposte certe resta da capire anche a che gioco sta giocando Armando Li Quadri. L’assessore al Turismo del Comune di Agnone di fatto fa parte dei cinque dissidenti. Inoltre è parte integrante del nuovo gruppo di maggioranza capitanato da Chiantese. Tuttavia, mentre due (Nino Casciano e Amedeo Chiantese) dei cinque dissidenti ha abbandonato l’esecutivo e uno (Roberto Amicone) ha rifiutato l’incarico di entrare in Giunta, bisogna registrare come Li Quadri rimane incollato alla poltrona di assessore. Il tutto nonostante le insistenti voci che volevano il giovane assessore al Turismo dimissionario nella giornata di lunedì scorso. Nulla di più errato, stando ai fatti. Ma cosa c’è dietro questa scelta che potrebbe apparire per molti versi inconsueta? Li Quadri non chiarisce e alle risposte preferisce lasciare squillare il suo telefonino. Intanto riecheggiano le parole di un assessore dimissionario recitate a Il Nuovo Molise solo qualche giorno fa: “Resteremo fedeli a De Vita anche fuori dall’esecutivo”. La verità è ormai dietro l’angolo. Tra meno di 24 ore gli agnonesi conosceranno il futuro politico della loro cittadina.