Perché solo il Caracciolo deve chiudere?

Antonio Vincenzo Monaco
29/10/2010
Attualità
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Le ultime decisioni in materia di razionalizzazione della spesa sanitaria suscitano dubbi e perplessità e se prima si poteva parlare di disattenzione o di altro, oggi alla luce di quanto accaduto per Venafro non si può parlare altro che di abbandono. Abbandono di un intero territorio montano al suo inesorabile destino di depauperamento e di inesorabile scomparsa di una fetta di umanità molisana per la quale le promesse fatte, sono state finora gli unici veri interventi operati da una classe politica dirigente che nei fatti ha smentito tutto quello che ha detto. Tengo a precisare subito che non nutro nessuna contrarietà verso l’ospedale di Venafro o altre strutture ospedaliere regionali. Per Venafro, al momento, è stato tutto congelato e mi sta benissimo; ma chi ha voluto il congelamento, se la sub – commissaria Mastrobuono ne è rimasta addirittura sorpresa! Chi ha deciso in poche ore le sorti di un ospedale mandandone alla malora altri. E’ giusto tutto ciò? Questa è la domanda che si pone una fetta di territorio di questa nostra Regione, perché per Agnone il piano di azzeramento del Caracciolo continua ad andare avanti a spron battuto e tra due giorni scomparirà il punto nascita, pediatria e ci sarà il forte ridimensionamento di altri reparti. Come è potuto accadere tutto ciò? Perché due pesi e due misure? Sono scelte politiche o dettate da altre necessità? Domande che sicuramente non avranno risposte e che cadranno nell’oblio del dimenticatoio, e per la nostra gente si irrobustirà quella sorta di pacifica rassegnazione di fronte ad una situazione che di fatto penalizza solo ed esclusivamente l’ospedale di Agnone. Tre anni di promesse, di rinvii, di impegni presi e non mantenuti. Un ospedale di frontiera decimato nei servizi, in un territorio dove maggiori dovrebbero essere i servizi, un territorio penalizzato da vie di comunicazione fatiscenti, dove si inaugura un tratto di strada di poche centinaia di metri lasciandola passare come la panacea di tutti i mali, mentre le distanze tra i problemi della gente e chi li dovrebbe in qualche modo affrontare diventano sempre più abissali, i servizi sempre più carenti con la chiusura delle scuole, la precarietà del lavoro, il riaccendersi in forma acuta del fenomeno emigratorio, i tagli ai trasporti pubblici stradali e ferroviari. L’Ospedale di Agnone è bene ricordarlo ancora una volta, oltre che essere un presidio sanitario vitale per l’altissimo Molise, rappresenta anche un riferimento per mantenere livelli, seppur minimi, di vitalità economica per un area che per quanto cennato risente, suo malgrado, di forti penalizzazioni non facilmente risolvibili. Non c’è futuro, di questo ne dobbiamo prendere atto, ma prima di abdicare totalmente ad altri le sorti dell’altissimo Molise facciamo sentire la nostra voce, in qualsiasi angolo della nostra Regione. Non so con quali risultati, ma almeno potremo dire di aver tentato in ogni modo di porre rimedio ad una vera e propria defezione del territorio dell’altissimo Molise dalla cartina regionale !!

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