Molise presenta la cucina dei Sanniti

Cereali, vino, fave, uova. In mostra biga da sepoltura di Ururi

Ansa
22/07/2015
Attualità
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Una storia lunga 25 secoli, che ha visto protagonisti i Sanniti prima, i Romani poi, fino ad arrivare sulle tavole molisane, la cui cucina è ancora oggi caratterizzata da una forte simbiosi tra uomo e natura: è quella raccontata ad Expo nel padiglione del Molise, con un testimone d'eccezione: un modellino in terracotta di una biga, con cavalli
al galoppo e auriga, ritrovato all'interno della ricca sepoltura di Ururi. Il reperto viene presentato per la prima volta al pubblico proprio ad Expo, e sarà poi esposto all'interno della mostra 'Sono figlio della Terra e del Cielo stellato.

Cibo per il corpo, cibo per lo spirito presso i Sanniti', attualmente al Museo Sannitico di Campobasso, fino al 31 ottobre. E' stato rinvenuto insieme ai resti di un pasto funebre, che riesce ancora a raccontare il legame diretto con il cibo, seppure simbolico e rituale, che caratterizzava le popolazioni sannitiche del V secolo a.C. "A differenza della cucina degli antichi Romani non abbiamo ricettari o trattati che raccontano le ricette dei sanniti, ma sappiamo, grazie a rinvenimenti come quelli di Ururi, quali ingredienti non mancavano sulle loro tavole", ha spiegato l'archeologa Alessandra Capocefalo, che ha accompagnato i visitatori di Expo insieme alla collega e docente di Archeologia classica presso l'Università degli Studi del Molise, Alessia Guidi. "Ci sono cereali e vino, che rimandano al ciclo della morte e resurrezione del defunto, in continuità col mito di Demetra/Kore-Proserpina e quello di Dioniso - ha proseguito Capocefalo -.

Ma anche le fave, attraverso il cui gambo si pensava che le anime dei morti raggiungessero l'aldilà, e che per i pitagorici erano un tabù, poiché cibo dei morti per eccellenza; e le uova, che richiamano l'uovo d'argento dal quale è nato il Cosmo, secondo le dottrine orfiche. E' emozionante sapere che, ancora oggi, sulle tavole molisane mangiamo il cibo che mangiavano i Sanniti".

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