OSPEDALE, SERGIO SAMMARTINO 'DIFENDE' LE SCELTE DELL'ASSESSORE MARINELLI

Il professore agnonese: "Non è vero che se ne frega della struttura"

Sergio Sammartino
18/05/2010
Attualità
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AGNONE - Tra le voci di mugugno che circolano – giustamente – nell’Alto Molise, a causa del paventato rischio di chiusura dell’ospedale, avverto anche alcune frecciate inevitabilmente lanciate contro l’Assessore Marinelli. Poiché sono stato per quattro anni tra i suoi collaboratori, e spesso a me direttamente si indirizzano i contestatori, desidero mettere per iscritto, per dovere di verità, alcune cognizioni. Ed è appena il caso di precisare che faccio ciò senza alcuna sollecitazione o supervisione dello stesso Marinelli. Né io né egli stesso intendiamo attribuire alla persona di Franco Giorgio Marinelli i caratteri divini della perfezione e dell’infallibilità, ma mi indigna che qualcuno vada dicendo che Marinelli “se n’è fregato dell’Ospedale” e che ha lasciato fare. A chi lo “incolpa” di essersi assentato dalla Giunta quando furono varati i primi piani di “riassetto” (cioè “riduzione”) delle erogazioni sanitarie nella regione, rispondo che l’assenza, negli ambienti politici, è proprio il modo per esprimere il dissenso. L’usanza, in qualsiasi governo, presso qualsiasi maggioranza, è di evitare il voto esplicito contrario – che creerebbe presupposti di crisi della maggioranza stessa – significando la propria contrarietà mediante la mancata firma di una delibera che si considera contraria ai propri desiderata. All’interno della Giunta, cioè, rifiutarsi di partecipare alla sottoscrizione di una deliberazione, equivale a dare voto avverso. Quanto poi a “fregarsene dell’Ospedale del suo paese”, cui egli stesso è ricorso per gravi e improvvise crisi di salute, e forse grazie a quell’ospedale ha salvato la vita... non ci sarebbe bisogno di continuare. Chiunque può capire quanto possa essere importante quella struttura sanitaria per uno che – liberamente – ha scelto di restare a vivere nel proprio paese e di trattenerci l’intera famiglia, e di trascorrerci la vecchiaia. E posso testimoniare quanto si è spremuto (lui con tutti noi suoi assistenti) - magari lavorando nel silenzio, senza inutili clamori – per cercare qualunque appiglio giuridico ed economico atto a salvare quell’ospedale, premendo ed intercedendo presso ogni ente, regionale e nazionale, che potesse accogliere e realizzare questo santo desiderio delle nostre popolazioni. C’è pure qualcuno che mi ha detto: “Se davvero voleva il bene del suo paese doveva dimettersi da Assessore, e restare Consigliere per fare la fronda alla Giunta Iorio”. Ammesso e non concesso che così facendo egli avrebbe conservato il potere di opporsi a certe misure più di quanto possa fare da assessore (tesi assai discutibile), sento il dovere di aggiungere che quella soluzione gli è stata letteralmente impedita dalla consapevolezza che, rinunciando all’assessorato, avrebbe messo in seri guai tutti i suoi collaboratori, compreso il sottoscritto, che essendo comandato dalla Scuola e non potendo rientrare al suo liceo di provenienza prima dello scadere del 30 giungo avrebbe avuto davanti parecchi mesi privi di stipendio. Non solo: c’era tutta una serie di contrattisti, spesso con tanto di famiglia, che dipendevano dal quel suo incarico. Sarebbe un’ingiustizia insopportabile che ora quella sua premura a nostro favore gli si ritorcesse contro senza che nessuno di noi levasse una voce. La complessiva personalità di Franco Giorgio Marinelli non è di certo quella di uno che “se ne frega”. Tutt’altro: forse alla sua tempra manca proprio quella cinica insensibilità che rende forti – di una forza maligna – certi politicanti di tutti i livelli. Più spesso ho visto in lui l’incapacità di “staccare la spina” e drenare lo stress che inevitabilmente gli crea una situazione di profonda crisi finanziaria, in cui è costretto a fare – come si dice dalle nostre parti – “il brodo con i ceci”, ad amministrare settori vitali della vita sociale molisana con sempre meno finanze a disposizione. Lo ripeto: anche l’Assessore Marinelli è perfettibile, ed ha i suoi limiti. Ma resta pur sempre molto più facile criticare chi amministra che sostituirlo in meglio.

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