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Agnone-Cultura-"Amen in Limine", silloge di Fabrizio Meo, questa sera la presentazione. La poesia non e' terreno per tutti!

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Questa sera in una sala gremita, la Sala Ofs dei padri cappuccini di Agnone, è stata presentata  l’opera prima del giovane poeta agnonese Fabrizio Meo:  la silloge dal titolo Amen in limine.

La presentazione a cura del Centro Studi Alto Molise di Agnone e con il patrocinio del comune di Agnone e l'Assessorato alla cultura.La presidente del Centro Studi ,Ida Cimmino a fare gli onori  di casa che nella sua relazione introduttiva all'evento ha detto:

" Fabrizio racconta la storia di uno che e' alla ricerca di una verità forse ancora non  non raggiunta, forse ancora in un percorso che porterà a questa  verità plausibile, e si vede tutta la maturazione di qualcuno che non si ferma all'apparenza ma scende fino in fondo, e Dio sa quanto oggi abbiamo bisogno di una poesia che ci indichi una strada da percorrere, ci indichi un percorso attraverso cui giungere a una verità piu profonda e non alle tante inutili, banalità epidermiche che la societa di oggi ci offreintroduttiva , nonostante la tua giovane età ,quindi io mi auguro , che sia solo il primo di un passo molto profondo e lungo"

 Parole profonde che raccontano la verità  alle orecchie di chi conosce Fabrizio da vicino. Giovane ragazzo profondo, mai superficiale, colto, essenziale che non ama gli orpelli!

Nella sua relazione la poetessa Ida Di Ianni, nonchè direttore editoriale della Volturnia Edizioni, che ha pubblicato il volume, ha cosi esordito:

"Sono felice perchè Fabrizio Meo stasera parla, l'ho conosciuto 10 anni fa, oggi lo riconosco come persona delicata,silenziosa,assai riflessiva, unico, consapevole, per dire una sintesi della sua poesia " la poesia non e' terreno per tutti" e' un terreno impervio, intricato, un iter che può portarci alla deità, in limine,  vale a dire  al confine della divinità",

a seguire la relazione di Fabio Mastropietro direttore editoriale di “Altroverso Quaderni di Segni Contemporanei” che nella bella prefazione al volume di Fabrizio Meo scrive.

 "poesia colta che affonda le sue radici ontologiche nella classicità greca e latina” […] che scompagina la vulgata editoriale della morte della poesia. Dissolve la deiezione inodore dell’intrattenimento paratelevisivo in arte e in letteratura. Sconfigge il pregiudizio strumentale di un’arte che può intrattenere più o meno piacevolmente, magari rassicurare le coscienze come certa puerile letteratura noir oggi in voga, ma mai può aspirare a leggere il mondo per cambiarlo"

Le poesie sono state declamate da Mari De Jesus Correa lettrice teatrale.

 La platea attenta, quasi commossa ad ascoltare i versi declamati della poesia di Fabrizio. Presenti all'evento il padre Domenico Meo, studioso di tradizioni popolari, la mamma Stefania, la nonna di Fabrizio. Ad Maiora!

 

Nota biografia Fabrizio Meo nasce il 10 aprile 1988 ad Agnone (IS). Ha conseguito la laurea in nLetteratura italiana all’Università del Molise, specializzandosi successivamente in Scienze del testo all’Università La Sapienza con una tesi sul laudario iacoponico. I suoi interessi ruotano intorno alla poesia, alla musica e alla spiritualità cristiana e orientale, con particolare attenzione alla mistica apofatica, al Sufismo e al Taoismo. Dopo alcune collaborazioni, fra cui quella di recensore di dischi di metal estremo per il sito True metal, esordisce nel 2015 con la piccola silloge “Vox secreta silvae” pubblicata nell’antologia poetica “Goulerne” (Aletti Editore) e con due componimenti, “Brit milah” e “Le mie esequie”, per l’antologia “Bankruptcy” (Limina Mentis). In “Amen in limine” è condensato quasi un decennio del suo percorso umano interiore.

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