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L’uomo sannita non è quello descritto dagli autori filo-romani

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Breve introduzione al libro di 
Gianfranco De Benedittis  “L’Uomo Sannita”
18 agosto 2023

Il nuovo libro di Gianfranco De Benedittis  “L’Uomo Sannita” contribuisce non poco a superare i principali stereotipi che ancora irretiscono l’immagine del Sannio, cioè un’immagine di arretratezza e di sobrietà basati sull’aggressività guerriera e il vivere in villaggi, piuttosto che in città-stato, oppure il ritenere che la realizzazione dalla fine del IV sec. a.C. del sistema urbano tra la Sabina e il Samnium sarebbe stato frutto della romanizzazione. Eppure gli abitanti dell’antico Sannio ci hanno raccontato la loro ferma identità etnica con le origini comuni (ver sacrum), la lingua diversa (l’osco), la loro personale organizzazione politica, gli stessi tratti culturali e le stesse tradizioni religiose.

Gianfranco De Benedittis, con questo suo libro, quindi,  traccia un affresco della società sannitica attraverso nuove prospettive, sperando che il suo sforzo di ricostruire queste pagine di storia, senza il pesante condizionamento della storiografia filoromana, possa essere un utile contributo ad una visione più corretta dell’apporto dato dai Sanniti alla grandezza di Roma.

Nessuna descrizione disponibile.

Ricercare l’identità” dell’uomo sannita significa innanzi tutto indagare in un complesso labirinto di una società posta ai margini della storia. Come in ogni labirinto, è facile smarrirsi e lasciarsi travolgere dai luoghi comuni, soprattutto se la lettura di questo mondo è filtrata attraverso l’enorme mole di dati riguardanti la storia di Roma.  

Basandosi sul relativismo culturale dell’antropologa Margaret Mead (comprendere tutto ciò che fa parte di altre culture non attraverso la griglia interpretativa della civiltà  dello studioso che analizza, ma attraverso quella delle culture che si stanno studiando), l’autore si concentra sul mondo dei Sanniti, prescindendo dalla griglia interpretativa romanocentrica su cui è basata la ricerca storica sia recente che passata. Seguendo questo percorso, l’autore mette in discussione la definizione del Sannita barbaro montanaro relegato al sistema paganico-vicano di governo del territorio per villaggi sparsi e va alla ricerca di nuove verità seppellite dalla violenza romana che ha volutamente ibernato ogni tracciato urbano sannita, arrivando a cancellarne anche le rovine.

Ed è così che il libro, dipanandosi attraverso le varie articolazione della vita quotidiana del sannita, ci restituisce una sua immagine ben diversa da quella costruita “pro-domo propria” dai romani.

Leggendo il libro di Gianfranco De Benedittis (la lettura è resa facile da una prosa scorrevolissima), si possono apprendere notizie particolari molto interessanti su 

E una nuova immagine dell’uomo sannita ci viene restituita.

Enzo C. Delli Quadri

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