Qualche anno fa l’amministrazione comunale impegnò e spese 40.000,00 euro per la manutenzione di alcune strade del centro urbano ed in particolare via Caldora , strada ben nota al sindaco di Trivento, essendo egli residente in tale strada, attirandosi la critiche dell’ex sindaco perché riteneva l’intervento non prioritario rispetto ad altri più urgenti sparsi per l’agro. Con l’intervento manutentivo in questione si estese l’asfalto sulla strada non tenendo presente i tombini della rete idrica e fognanti per cui furono completamente coperti dal catrame. Oggi un ‘altra ditta sta intervenendo sulla stessa strada, scarnificando l’asfalto per riportare alla luce i tombini sepolti e per rialzarli posizionandoli a livello di strada. Pertanto soldi spesi prima per coprire i tombini, soldi spesi oggi per riesumarli. Non c’è che da restare meravigliati da tanta procedura emblema dello sperpero di pubblico denaro. Se fosse stato un lavoro privato il proprietaro si sarebbe comportato così o al contrario eseguendo il primo lavoro avrebbe fatto in modo di non coprire tombini che erano e sono utili ed indispensabili per il corretto funzionamento della rete idrica e fognante? Oggi i cittadini increduli assistono alla rimozione di quanto fatto in precedenza e all’esecuzione di nuovi lavori che sono inseriti in un progetto di efficienza della rete idrica e fognante per l’importo di 181.000,00. Ma ormai la logica che ispira gli attuali amministratori finalizzata a realizzare lavori pubblici a tutti i costi purché si spendano soldi pubblici si è così diffusa da far ottenebrare la vista e la mente Ed intanto mentre i soldi escono dalle casse comunali, in quanto i 40.000,00 euro erano fondi comunali, i tributi restano alti e i cittadini continuano silenziosamente a pagare, compreso il trasporto scolastico. A questo punto viene spontanea la riflessione: non è bello ciò che bello, ma ciò che piace. E ai triventini piace spendere e pagare
Tullio Farina Capogruppo Trivento che vorrei