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Agnone Festa della Liberazione, vicesindaco Marcovecchio:"Democrazia e libertà, valori duramente conquistati che invitano ognuno di noi a partecipare alla vita politica della propria comunità"

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Diversi gli eventi oggi in programma in Molise per celebrare la Festa Nazionale di Liberazione e ricordare i caduti della resistenza Antifascista e riflettere sul valore fondativo del 25 aprile, sia per la conquista della libertà e della democrazia che  per la spinta e l’impulso determinate che seppe dare all’Assemblea Costituente per l’iter di approvazione della Costituzione.

Ad Agnone si e' svolta la cerimonia celebrativa in Piazza Unità D'Italia alle ore 12.00,alla presenza delle autorità, le Associazioni, gli enti, dopo la deposizione di una corona di alloro al monumento dei caduti il discorso celebrativo della vicesindaca  Linda Marcovecchio:

 

"Quale vicesindaco del Comune di Agnone, insieme al minivicesindaco Diego Marinelli, a nome mio personale, del sindaco avv. Lorenzo Marcovecchio e dell’intera amministrazione, rivolgo un sentito e rispettoso saluto alle autorità civili, militari e religiose, alle associazioni, alla cittadinanza tutta, ringraziandoVi per essere qui nel condividere il momento con cui celebriamo l’Anniversario della Liberazione d’Italia, avvenuta il 25 aprile 1945. In questi istanti, nelle piazze italiane, al cospetto dei simboli eretti a ricordo dei caduti in guerra e di tutti coloro che si sono battuti per gli ideali di Patria, si celebra la ricorrenza più importante della storia del ‘900, ricordando che 73 anni fa, in questa giornata, il Comitato Nazionale di Liberazione lanciò l’insurrezione nei territori ancora occupati dalle truppe tedesche, prima dell’arrivo degli Alleati.

Si riuscì ad annientare e a porre fine al regime nazifascista, alla guerra che aveva logorato la nostra nazione, sullo sfondo delle atrocità che vide gli uomini macchiarsi di efferatezze contro i propri fratelli e contro l’umanità, crimini che nessun colore politico e nessuna pietà umana potranno mai comprendere e giustificare, se non condannare e scongiurare per costruire un possibile futuro di pace tra noi, nel mondo. Oggi, 25 aprile, siamo chiamati a compiere un atto di memoria che ci accosta alle vicende che la maggior parte di noi qui presenti non hanno vissuto direttamente, ma conoscono attraverso le fonti dei fatti storici; vicende che hanno precorso l’avvento della nascita dell’Assemblea Costituente e della scrittura della nostra amata Costituzione; vicende che hanno precorso la scelta di un governo repubblicano, dove democrazia e libertà dovranno sempre rappresentare il fondamento del nostro pensare e agire civile, due parole belle, che esprimono la ricchezza e il senso pieno del nostro essere Stato e cittadini italiani, due sole parole per generare pace e giustizia, per combattere contro le mafie e difendere la legalità, per resistere nei momenti in cui vacilla la fiducia nelle istituzioni.

Democrazia e libertà, due valori duramente conquistati, che invitano ognuno di noi a partecipare alla vita politica della propria comunità, in maniera attiva e costruttiva, con senso di lealtà, rispetto e onestà, sentendoci protagonisti del nostro tempo, proiettati alla crescita della nazione e al superamento dei diversi tempi di marcia che esistono ancora tra nord e sud. Dopo 73 anni siamo chiamati più che mai a ripensare al sacrificio dei martiri della Resistenza italiana, di quanti, senza distinzione di sesso, età e stato sociale, hanno combattuto fino a sacrificare la propria vita per allontanare da noi il male delle didatture.

Oggi la Città di Agnone ricorda uno dei suoi figli, un EROE, il carabiniere Liberantonio Totaro, che nell’aprile 1945, dopo le insurrezioni e la partenza delle truppe tedesche, si trovava impegnato a garantire l’ordine pubblico nella città di Gorizia, collaborando con il Comitato Nazionale di Liberazione dei partigiani italiani per respingere il tentativo di invasione da parte delle truppe slave di Tito.Il Carabiniere Liberantoio Totaro, a seguito di un tradimento e rastrellamento della polizia slovena, morirà eroicamente cadendo nella foiba di Zavni, il 4 maggio 1945, a soli 29 anni, lasciando vedova la sua sposa, Annina Mastronardi, lasciando orfano l’unico figlioletto, Alfonso, nostro concittadino che oggi è qui tra noi e a cui va il nostro tenero abbraccio. Sia questa storia per i nostri giovani la memoria su cui poter costruire, con impegno, un futuro di pace, aiutiamoli con l’esempio concreto e con una sana presenza a debellare qualsiasi forma di violenza che purtroppo, anche in sola forma verbale, serpeggia in maniera pericolosa nelle fasce giovanili a danno di soggetti deboli e spesso inermi. Siamo reduci da una tornata elettorale che rappresenta la massima espressione di libertà per un individuo, una conquista che va onorata quando chiamati ad esercitare la facoltà di voto, strumento democratico per eleggere gli organismi che saranno deputati per maggioranza ad amministrare, nell’attuazione del principio di equità. Siano la scuola, le istituzioni, la politica e gli organi di comunicazione esempio e guida per un comportamento rispettoso delle opinioni altrui, di tolleranza e di integrazione verso l’altro, pur nella varietà di idee che devono esserci nelle comunità. A conclusione delle mie riflessioni, un pensiero va a tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita per la Patria, a tutte le forze armate italiane impegnate nelle aree calde del pianeta a compiere interventi forieri di stabilità e pace, laddove oggi assistiamo ad assurdi e dolorosi scenari di guerra che nessuno di noi vorrebbe mai per i propri figli. Un pensiero va a tutte le associazioni umanitarie che giorno per giorno si adoperano per aiutare le popolazioni delle aree in guerra. Auguriamoci che l’Italia, memore del proprio passato, sappia sempre intervenire dando nella politica estera un apporto equilibrato e costruttivo per la pace mondiale. Vi ringrazio per l’ascolto, auguro a tutti una Buona Festa della Liberazione. Viva la democrazia! Viva la libertà! Viva l’Italia!"

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