Il giorno della memoria è anche occasione per riflettere sulla connessione tra passato e presente. C'è chi lo ha fatto e anche in Molise. Noi abbiamo deciso di pubblicare due riflessioni di nostri lettori. Il dovere del ricordo è importante soprattutto per evitare che nuove Auschwitz possano affollare i libri di storia contemporanea.
La prima riflessione è quella del filosofo Francesco Giampietri.
"Ma Auschwitz è anche storia recente - sottolinea- Si dà Auschwitz sui barconi della speranza alle soglie delle frontiere d'acqua, dove i corpi, per lo più involucri vuoti, sono pigiati nelle stive. Si dà Auschwitz nei latifondi del caporalato dove numerosissimi ragazzi, per lo più africani, sono tenuti in uno stato di schiavitù. A loro spettano tre euro e cinquanta centesimi per ogni quintale. E i caporali, bravi padri di famiglia, non danno respiro. Si dà Auschwitz nelle serre disseminate nella campagna ragusana dove ragazze rumene sono ridotte a strumenti agricoli e sessuali. E in camere private, nei covi degli inutili idioti. Si dà Auschwitz laddove si distendono barriere di filo spinato. Si dà Auschwitz nei silenzi e nelle inadempienze, che non sono altro che complicità omicide. Si può resistere al male. Basta evitare di scivolare sulla superficie delle cose. Fermarsi un attimo e iniziare a pensare".
La seconda è del medico isernino Lucio Pastore e va nello stesso senso di quella del professore venafrano.
"Oggi é il giorno della memoria che ricorda l'Olocausto. Milioni di persone furono trucidate nei campi di concentramento insieme ad altri milioni di individui morti e mutilati nel conflitto della Seconda guerta mondiale. Oltre a condannare questo orrore, dobbiamo interrogarci sull'origine di questi drammi.
La storiografia fa risalire la nascita del nazismo al trattato di pace vessatorio di Versailles, firmato dopo la prima guerra mondiale. Questo portò alla Repubblica di Weimar, alla miseria diffusa legata ad una inflazione galoppante e la conseguente nascita del nazismo come riscatto di una società vessata e sfruttata.
Le dittature hanno bisogno di dare in pasto alla popolazione un nemico da odiare e da considerare causa dei propri disagi. Ecco da dove nasce la caccia agli ebrei , ritenuti responsabili della loro miseria, la caccia ai diversi che siano rom o malati di mente o appartenenti ad altre minoranze sociali. Da qui nasce il culto della razza come esaltazione e coagulo di un popolo intorno ad un mito. In quegli anni ci fu la grande crisi del 29, molto simile a quella che abbiamo avuto nel 2008, che mise in pericolo tutto il sistema economico mondiale. Da quella crisi si uscì solo dopo la seconda guerra mondiale e la successiva ricostruzione con impronta keynesiana.
L'idea di Europa nacque a Ventotene, memore delle due esperienze di guerre mondiali, da parte di un gruppo di intellettuali con a capo Spinelli.
L'idea di fare una sintesi del continente europeo senza passare per la guerra li spinse ad intraprendere questa nuova strada. Dove sembra essersi interrotta questa strada, visto che l' Unione Europea é in crisi? Molto probabilmente nella mancanza di coraggio nel cedere la sovranità degli Stati in una idea più larga ed avanzata. Le strutture che decidono il nostro futuro, la CE, la BCE , a cui si aggiunge il FMI, sono organi non eletti che colloquiano e rispondono solo agli interessi delle lobby finanziarie del capitale. Da qui scaturiscono le decisioni di austerità , la miseria diffura, il dramma greco e la concentrazione della ricchezza sempre in un più rispretto gruppo sociale. La reazione a tutto questo sta portando al risorgere dei sovranismi ed alla necessità di trovare soggerri deboli su cui sfogarsi. Il razzismo e la xenofobia nascente vengono da qui. L'olocausto é stato un dramma sviluppatosi a partire da una forte crisi economica.
Stiamoci attenti perché, come diceva il Vico, la storia è fatta ci cicli e ricicli storici. Evitiamo di ricadere nei drammi del passato. Cerchiamo di non essere passivi verso razzismo e xenofobia. Cerchiamo strade diverse per rilanciare un'Europa unita senza sottostare a questo neoliberismo decadente che mette al centro di tutto gli interessi della finanza e del capitale".