Nel corso dell’incontro di ieri a Bruxelles, dove la Svimez ha presentato il suo rapporto annuale al Comitato UE delle Regioni, Micaela Fanelli, in qualità di delegata Anci e membro del CdR ha sostenuto la necessità di una mobilitazione di tutti i Sindaci d’Italia affinché le richieste dell’Europarlamento, per destinare il 5% del Fers allo sviluppo delle aree interne e dei piccoli comuni, siano sostenute dal governo italiano nei negoziati con gli altri Paesi Ue.
"Il governo italiano sostenga la posizione del Parlamento europeo sulle nuove regole del Fesr per il 2021-2027, che apre all'introduzione della flessibilità per i fondi Ue, aumenta le risorse per le città metropolitane e introduce una strategia per le aree interne". E' l'appello dell'Anci lanciato nel corso del rapporto annuale Svimez al Comitato Ue delle Regioni (CdR). Le modifiche approvate la scorsa settimana dalla plenaria del Parlamento Ue, frutto del lavoro del relatore Andrea Cozzolino (Pd), "sono in piena sintonia con le richieste delle Regioni Ue", evidenzia la delegata dell'Anci e membro del CdR Micaela Fanelli, che lancia una mobilitazione di tutti i sindaci italiani affinché le richieste dell'Europarlamento siano sostenute dal governo italiano nei negoziati con gli altri Paesi Ue. "Bisogna dare seguito a questo grande lavoro con l'integrazione di tutti i livelli istituzionali, non si facciano passi indietro", sottolinea. Tra le novità introdotte dal Parlamento Ue, una strategia per i piccoli comuni delle aree interne, che in Italia coprono il 60% del territorio, che prevede una dotazione minima del 5% del Fesr. "La strategia italiana diventa un modello e rappresenta una novità a livello europeo", sottolinea Fanelli.
Questo il testo dell'appello presentato: Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo di Coesione rappresentano il maggiore strumento d’investimento pubblico europeo. Attraverso questi programmi, anche in Italia, è stato possibile sostenere la creazione di posti di lavoro, la competitività tra imprese, la crescita economica, lo sviluppo sostenibile e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Negli ultimi dieci anni, austerità e risanamento forzato dei conti pubblici hanno ridotto in maniera drammatica la capacità degli Stati nazionali di mettere in campo investimenti strategici massicci. Nonostante queste difficoltà , la politica di Coesione ha continuato a sostenere in maniera determinante investimenti pubblici strategici, senza i quali i costi della crisi e delle scelte di politica economica avrebbero gravato ancora di più sui cittadini europei. Il Parlamento europeo - sotto la spinta del Relatore On. Andrea Cozzolino - è intervenuto a modificare la proposta della Commissione Europea, per avvicinare quanto più possibile l’azione europea alle esigenze delle nostre comunità . La Relazione, approvata questo 27 marzo a larghissima maggioranza dal Parlamento europeo, tra le altre cose, introduce:  Una strategia per i Comuni: I Comuni tornano ad essere protagonisti: a) La dotazione minima per le aree urbane e le Città metropolitane viene incrementata e passa al 10% - per l’Italia, significa quasi 3 miliardi di euro; b) Viene inserita una dotazione specifica per i piccoli Comuni e per le aree interne con difficoltà di accesso ai servizi di base. Parliamo di un minimo del 5%, che per l’Italia corrisponde ad almeno 1,5 miliardi di sole risorse europee.  Una pubblica amministrazione moderna. Investimenti in piani di efficienza e rinnovamento delle pubbliche amministrazioni locali, per accrescere la capacità di gestire i fondi europei e di migliorare i servizi per i cittadini e le imprese.  Più flessibilità nei conti pubblici, per liberare risorse. La possibilità che, nell’ambito del Semestre Europeo, lo Stato membro possa chiedere una flessibilità ulteriore per cofinanziare progetti europei strategici o per aiutare gli enti locali che, a causa dei vincoli del Patto di stabilità interno, spesso sono in difficoltà a cofinanziare gli interventi.  Lotta ai cambiamenti climatici e passaggio all’economia circolare. La previsione che almeno il 30% delle risorse alle Regioni venga destinato all’ambiente. Questo significa investimenti per la messa in sicurezza del territorio e per la prevenzione dei rischi ambientali, tra i quali - per la prima volta - anche la prevenzione sismica. Inoltre, la Relazione include la possibilità di investire nella messa in sicurezza e nella dismissione delle tante discariche che ancora deturpano il nostro territorio. Con il voto del Parlamento europeo, è stata impressa una svolta sugli investimenti: meno austerità e più crescita, per contrastare davvero le disuguaglianze tra i territori. È il momento di concentrare tutti i nostri sforzi. Come amministratori locali e rappresentanti dei cittadini e dei territori europei - facciamo Appello agli Stati Membri e ai Governi di confermare queste modifiche al Regolamento Fesr 2021-27, che assicurano sostegno diretto e immediato alle priorità strategiche degli enti locali più grandi e dei comuni più piccoli. Facciamo Appello agli Stati Membri e ai Governi affinché difendano questa Politica di Coesione rinnovata, più vicina alle vocazioni dei territori e ai bisogni dei cittadini europei, a cominciare dai più deboli e da chi ne ha più bisogno, per rilanciare occupazione, crescita e sviluppo sostenibili. Per un’Unione che non lasci più nessuno indietro.