COS’È UN DISTURBO DI PERSONALITA’?
LA PERSONALITA’
La personalità è la risultante di una serie di operazioni mentali che si esprimono nell’insieme di caratteristiche (tratti) con cui noi ci definiamo ai nostri stessi occhi e a quelli degli altri. Nonostante tali tratti possano declinarsi in modi diversi nei differenti contesti, tendenzialmente tendono ad essere resistenti al cambiamento ed egosintonici.È lo stile che il soggetto adotta nell’organizzare le motivazioni innate ed interpersonali in un sistema coerente di significati e strategie relazionali che promuovono l’adattamento, ossia la nostra sopravvivenza.
I DISTURBI DI PERSONALITA’
La psicopatologia della personalità deriva dall’interazione tra ambiente e vulnerabilità individuale e quando emerge un disturbo di personalità vi è il fallimento di uno o più dei seguenti compiti:
- formare una rappresentazione di sé e gli altri integrata, ossia in cui possano coesistere aspetti diversi nella stessa persona senza che l’idea su di essa cambi;
- costruire relazioni interpersonali adattive, quali ad esempiosviluppare relazioni intime;
- raggiungere un buon funzionamento sociale.
I pazienti con un disturbo di personalità tendono a ricadere negli stessi errori e seguono un copione di vita molto rigido. Credono che non sia possibile cambiare e tendono ad arrivare in terapia se “costretti”, magari dagli altri o dalle circostanze, esternalizzando il problema (“Il mio capo ce l’ha con me!”).
Spesso vi è mancanza di consapevolezza degli effetti del proprio comportamento sulle altre persone, pattern di comportamento dannosi nelle relazioni e la frequente presenza di sintomiquali ansia, disturbi del sonno, problemi alimentari, sintomi fisici ecc.
IL DISTUBO BORDERLINE DI PERSONALITA’
Il disturbo di personalità borderline è caratterizzato da ampia eterogeneità, possiamo infatti osservare manifestazioni comportamentali estremamente diverse sotto la stessa categoria diagnostica. Nei manuali è descritto come un quadro caratterizzato da instabilità delle relazioni interpersonali (ansie abbandoniche, conflittualità intensa, alternanza tra idealizzazione e svalutazione), dell’identità (immagine di sé instabile) e degli affetti (rabbia intensa, umore disforico, sentimenti cronici di vuoto), e da marcata impulsività (abuso di sostanze, sesso o shopping compulsivo, guida spericolata, gesti autolesivi o ricorrenti minacce di suicidio).
A livello interpersonale, in effetti,il paziente borderline manifesta comprensibili difficoltà in quanto per allacciare e mantenere relazioni affettive significative è necessario possedere uno stabile senso di identità, esprimere spontaneamente le proprie emozioni e autoregolarle, controllare i comportamenti impulsivi e tollerare le situazioni che creano disagio. In mancanza di queste capacità, anche i rapporti con gli altri diventano difficili, caratterizzati da intensi momenti di rabbia.
La disregolazione emotiva, ovvero gli sbalzi d'umore rapidi in risposta ai fattori di stress ambientale, sono transitori e fluttuanti specialmente per gli stimoli negativi,quali il rifiuto da parte dell’altro ed eventi interpersonali difficili da gestire, che i pazienti con disturbo borderline di personalità hanno difficoltà ad elaborare in modo efficace ed efficiente.
I sintomi auto-distruttivi possono essere spiegati come tentativi disperati di stimolare un sistema di endorfine disregolato. La persona combatte lamancanza di piacere e il vuoto,attraverso attività pericolose o dannose, quali ad esempio la promiscuità sessuale,per ricevere gratificazione. I gesti suicidari e altri comportamenti impulsivi disfunzionali, rappresentano il tentativo di superare esperienze e vissuti affettivi profondamente dolorosi.
ORIGINE DEL DISTURBO
Studi retrospettivi collegano episodi traumatici avvenuti durante l’infanzia all’insorgenza diun disturbo borderline. Le teorie più accreditate suggeriscono un'interazione tra la vulnerabilità genetica di un bambino e le esperienze negative nell'ambiente familiare. Infatti, come sappiamo, i soli fattori biologici non possono determinare l’emergere di un disturbo: il temperamento della maggior parte di coloro a cui viene diagnosticato questo disturbo è stabile ed emotivamente intenso, ma è l’interazione con un ambiente invalidante, abusante e spaventante a determinarne l’insorgenza.
I fattori ambientali identificati come parte in causa allo sviluppo di questo assetto personologico, sono un clima familiare insicuro e instabile, in cui vi sono state violenze fisiche, psicologiche e di minaccia. Lunghi periodo di abbandono o deprivazioni in cui non vi è stata assistenza genitoriale, mancanza di empatia e accessibilità emotiva. Anche un aperto rifiuto, critica, punizioni severe che possono aver fatto sentire la persone cattiva, sporca o immeritevole di amore, può essere parte in causa della sua insorgenza.
IL DISTURBO BORDERLINE È SIMILE AL DISTURBO BIPOLARE?
I disturbi di personalità, in particolare la categoria borderline, data la drammatica instabilità dell'umore, sono stati a volte confusicon lo spettro bipolare. Ma i due disturbi fanno parte di categorizzazioni diverse, essendo il primo un disturbo della personalità, le cui problematiche e disregolazioni emotive avvengono a seguito delle relazioni interpersonali, caratterizzate per lo più da instabilità e rabbia, mentre il secondo è un disturbo dell’umore le cui oscillazioni sono dovute ad aspetti intrapsichici e non specificatamente alla relazione con l’altro. In quest’ultimo sono inoltre presenti episodi maniacali o ipomaniacali dove il soggetto percepisce energia, senso di benessere, euforia che lo portano poi a mettere in atto comportamenti dannosi per la propria salute e per la propria vita (non dormire, spendere eccessive somme di denaro, comportamenti sessuali promiscui ecc.).
IL TRATTAMENTO
La frequenza delle sedute terapeutiche deve essere stabilita sulla base dei bisogni della persona e del contesto di vita. Comunque il riferimento nella fase di trattamento intensivo è di almeno una seduta per settimana per una durata non inferiore ai 6 mesi. I trattamenti di gruppo si sono rivelati efficaci nella riduzione dell’impulsività e nel raggiungimento di altri obiettivi terapeutici evolutivi.
Alcuni interventi che si svolgono in una terapia individuale ambulatoriale comportano:
- la modificazione della pervasività gli stati mentali problematici, incrementando la metacognizione, ossia la capacità del soggetto di osservare i suoi processi mentali;
- la riduzione dei sintomi, anche mediante una terapia farmacologica;
- la diminuzione dei comportamenti autolesivi e suicidari;
- Favorire la mentalizzazione, ossia la capacità di "rappresentare la mente propria e quella altrui". In altre parole, il "rappresentarsi internamente gli stati mentali", riferiti a se stessi e agli altri.
- Sollecitare la dedizione al proprio lavoro e al tempo libero;
- Validare le già presenti capacità e abilità del soggetto, grazie a training specifici;
- Lavorare sulle emozioni, attraverso la loro conoscenza, consapevolezza e capacità di modulazione;
Le conoscenze sul decorso del disturbo borderline di personalità, indicano che la sintomatologia specifica tende ad attenuarsi progressivamente nel corso dell’arco biografico, ma alla riduzione della sintomatologia clinica non corrisponde comunque una remissione della disabilità sociale, essendo questa ormai compromessa.È quindi necessario ricorrere a una terapia strutturata, che permetta di lavorare sui concetti appena descritti per dare la possibilità alla persona di avere relazioni interpersonali soddisfacenti e funzionali.