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I Quota 100 votano - I neonati no

Troppa attenzione al presente mette in crisi la società italiana

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Se fosse vera e sincera l’enunciazione: Prima gli Italiani, i politici si preoccuperebbero innanzitutto del problema demografico italianoSiamo passati dalla media di 2,7 figli per donna del 1964 a poco più di unoLa conseguenza, di questo passo, considerato che ogni due persone mettono al mondo un solo figlio, è che nel giro di soli 3 flussi generazionali, se nulla cambia, gli attuali 60 milioni di italiani diventeranno 7,5 milioni, come dire: a rischio di estinzione. Alla faccia del Prima gli Italiani. Sicuramente i numeri saranno, in assoluto, più alto ma ciò sarà dovuto esclusivamente all’aumento della vita media e, quindi, all’aumento vertiginoso degli anziani. Un tempo avevamo due ragazzi per ogni anziano. Oggi lo schema si sta rovesciando: due anziani contro un ragazzo.
E purtuttavia, l’attenzione dei politici è posta solo alle esigenze di chi deve andare in pensione a 60 anni, a chi vuol accedere alle moderne tecnologie, alla modernizzazione fasulla delle città, alla creazione di illusioni, all’esaltazione del consumismo e alla conseguente cancellazione delle brutture che il consumismo determina, in un circolo vizioso che brucia valori e risorse. In breve, l’attenzione dei politici è rivolta solo all’accaparramento del consenso su questioni contingenti tese a soddisfare i bacini elettorali presenti, come fossimo in una sceneggiata messicana, con la rivoluzione alle porte un secondo dopo una rivoluzione già fatta.
Antonio Golini, accademico e statistico italianoha scritto: in un orologio, le lancette dei secondi rappresentano la politica, quelle dei minuti l’economia, quelle delle ore la demografia. Ma sono quest’ultime a dirti che ora è. Sembrano ferme, ma segnano il tempo. Cambiare politica è facile e veloce, cambiare la demografia no.
Certo non si può pretendere di tornare all’800, quando le comunità erano, all’80%, contadine e analfabete, per cui la donna era dedita alla maternità e alla casa e l’uomo al lavoro dei campi e, insieme, incuranti dei problemi economici, mettevano al mondo, mediamente, anche 5-6 figli. Erano considerati una risorsa non un impedimento. Non si può pretendere che la donna rinunci ai suoi studi (dove risulta più brava degli uomini) e alla sua affermazione in società in ruoli che esulino da quello di madre. Certo: non lo si deve pretendere, come, invece, vorrebbe una certa corrente primitiva della lega.
Non potendolo e volendolo pretendere, una soluzione va comunque trovata, partendo da una esigenza fondamentale: smetterla di pensare ai bacini elettorali, assumere come fondamentale il bene della collettività e predisporre, in via prioritaria, investimenti importanti sulla natalità e sulla maternità, prima ancora di pensare a quota 100 o pensioni di cittadinanza, porti chiusi o armamenti, crescita o autonomie regionali.Parallelamente smetterla di guardare all’immigrazione solo come un fatto negativo. Se gestita bene e con intelligenza, senza bullismo irragionevole, l’immigrazione è una risorsa sia per gli aspetti demografici, sia per quelli economici. E solo un ignorante può immaginare che esista una identità di razza italiana.

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