Partecipa a Alto Molise

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L’affare russo spiegato facile facile

Storia completa del rapporto tra Lega e Russia

Condividi su:

Nato il 27 settembre 1963 ad Alassio, in provincia di Savona, Gianluca Savoini, dopo essersi laureato in Scienze Politiche all’Università di Milano, iniziò una carriera da giornalista lavorando per Il Giornale, l’Indipendente e poi La Padania. Dal 2003 al 2006 presso l’agenzia Italia Lavoro svolse il ruolo di dirigente responsabile della Comunicazione Istituzionale con il Ministro del Welfare Maroni, mentre nel 2006 fu direttore della Struttura Stampa del Consiglio regionale della Lega in Lombardia. Sposato con la russa Irina e padre di un figlio, può essere considerato un leghista della prima ora visto che già nel 1991 lo si può trovare a far parte della consulta per la politica estera del Carroccio. Quando nel dicembre 2013 Matteo Salvini diventò segretario della Lega, Gianluca Savoini fu al suo fianco diventando poi suo portavoce prima di traslocare all’Associazione Culturale Lombardia-Russia e alla vicepresidenza del Corecom Lombardia. “Io e Salvini ci conosciamo da quasi trent’anni - ha confidato- Parliamo di tutto, non solo di politica estera. Ecco, magari evitiamo di parlare di calcio: io sono juventino, lui milanista”.
Detta Associazione Lombardia-Russia venne creata il 5 febbraio 2014, 2 mesi dopo l’elezione di Matteo Salvini a capo della segreteria della Lega. Prima combinazione: la sede dell’associazione fu fissata nello stesso stabile della Lega in via Bellerio Milano. Seconda combinazione: l’associazione fu creata mentre la Magistratura poneva i sigilli ai bilanci della Lega stessa per la sottrazione dei famosi 49 milioni a danno dei contribuenti italiani. Terza combinazione: l’associazione fu creata con Claudio D’Amico.  il portavoce di Salvini, lo stesso che, a detta del nostro Presidente del Consiglio, fornisce le credenziali perché Savoini possa partecipare alle tante riunioni italo-russe, sia al Cremlino, sia alla Farnesina. Da sfondo, sia Savoini che D’Amico hanno sposato due donne russe. 
Come Presidente dell’Associazione Lombardia-Russia, Savoini prese a viaggiare continuamente tra l’Italia e la Russia. Si interessò alla secessione del Donbass (territorio ucraino) per una sua riaggregazione con la Russia; si adoperò fattivamente contro le sanzioni che il mondo inflisse alla Russia proprio per la sua aggressione contro l’Ucraina; in concreto operò creando collegamenti molto stretti tra l’imprenditoria lombardo-veneto e la Russia proprio per aggirare le sanzioni. Lo dichiarò bellamente e sfacciatamente il vice presidente di detta associazione, Gianmatteo Ferrai: “Le repubbliche del Donbass non sono soggette alle sanzioni, al contrario della Russia. Pertanto produrre all’interno dei loro confini ed esportare verso la Russia sarebbe solo vantaggioso. Tassazione inesistente e aliquota zero”.
In Ucraina portò gli imprenditori per superare le sanzioni contro Mosca.In Italia organizzò riunioni a supporto di Putin e delle sue politiche. In particolare, nel maggio scorso, organizzò una grande riunione al Palazzo delle Stelline di Milano.Fu presente il gotha del mondo italo-russo: Pasquale Terracciano, ambasciatore italiano a Mosca, Pier Paolo Celeste, direttore dell’ICE a Mosca (istituto per il Commercio con l’Estero), Stefano Saglia del cda di Terna, Fabrizio Rollo di Unicredit bank Mosca, Federico Ermoli di Snam, Maria Rosa Baroni di NgV Italy (industrie italiane carburanti), Colin Setgey di Gazprom Italia. 
Ma già nel 2016, con coronamento nel 2017, Savoini e D’Amico aprono la strada a che la Lega giungesse a un accordo del partito di Matteo Salvini con il partito Russia Unita di Vladimir Putin. Era il 6 marzo 2017 quando il leader della Lega Nord Matteo Salvini si impegnò a “facilitare” la cooperazione multilaterale tra Federazione Russa e Repubblica italiana con un “accordo storico”. Il primo siglato tra un partito italiano e quello di Vladimir Putin,  alla presenza di Salvini, appunto, e del vicesegretario generale del Consiglio per le relazioni internazionali di Russia Unita Sergei Zheleznyak (vedere foto di copertina). Accordo basato, in primis, sul minimo comun denominatore di tutti i movimenti nazional-populisti: “La sovranità statale”. E, a seguire, uno dopo l’altro, i relativi corollari quali “il rispetto”, “la non interferenza negli affari interni di ciascuno”, “il partenariato paritario, affidabile e reciprocamente vantaggioso”. Prima di Salvini, l’anno precedente, aveva firmato solo il “Partito della Libertà” austriaco di Heinz-Christian Strache, fa  cacciato pochi mesi dal Governo dell’Austria, dopo che sono emersi i suoi sporchi traffici con Mosca, 
In seguito,  nel giugno 2018, dopo l’ insediamento del Governo del Cambiamento, Savoini si presentò a San Pietroburgo a un forum sulle sanzioni con il segretario della Lega Lombarda Paolo Grimaldi. In quell’occasione, Savoini scattò foto a tutto spiano che oggi sono disponibili per tutti. Paolo Grimaldi, trionfante, dichiarò: “Come ho concordato con Matteo Salvini, ribadirò la posizione della lega a cominciare dal no alle sanzioni contro la Russia di Putin.” Nel luglio 2018, Savoini entrò con Salvini al ministero degli interni Russo, come dimostrano tante foto che Salvini ha commentato con frasi del tipo: non so chi abbia fatto entrare Savoini in quel dipartimento…che ne so di imbucati…. Savoini non fa parte della delegazione della Lega. Tutta roba smentita dai fatti, dai commenti degli interessati e, soprattutto, dalle tante foto di cui lo stesso Savoini ha disseminato a lungo i giornali e i social.
E arriva il patatrac. Gianluca Savoini, in un albergo di Mosca, il 18 ottobre scorso, avrebbe trattato con i russi un finanziamento per la campagna elettorale del Carroccio da 65 milioni di dollari. La Procura di Milano ha aperto un’ indagine per corruzione internazionale; lui si è rifiutato di rispondere alle domande degli inquirenti. Nel merito Savoini e altri due italiani discussero con tre persone russe di come, alle elezioni europee che si sono tenute a maggio, Matteo Salvini “voglia cambiare l’Europa, con la nuova Europa che deve essere vicina alla Russia”. Però il vero argomento di quell’incontro sarebbe stato ben altro, ovvero circa 65 milioni di dollari da far entrare nelle casse della Lega attraverso una compravendita di petrolio tra una compagnia russa e l’Eni.
Conclusione: Salvini conosce benissimo Savoini, sa quel che faceva e fa. Non è detto che i 65 milioni siano finiti effettivamente nelle casse della Lega, ma non è questo il problema. Il problema gravissimo è che:
·     Salvini conduce, indebitamente, una politica estera che il nostro Parlamento non ha mai autorizzato
·     Salvini opera in accordo con una potenza straniera che è nemica della Nato di cui l’Italia fa part
·     Salvini sigla accordi con il partito di Putin che, notoriamente, vuole disarticolare l’Europa, unico baluardo dell’Italia  contro l’isolamento e il rischio di tornare satellite dell’ America di Trump o diventare satellite della Russia di Putin
·     Salvini si impegna con un personaggio come Vladimir Putin che è dichiaratamente contrario al sistema liberal democratico che da 70 anni fa dell’Italia una Società libera.
Non si baratta la libertà per una sicurezza effimera, non si baratta la libertà con il rischio di finire sotto il tallone della Russia illiberale; non si baratta la libertà e l’Unità d’Italia per soddisfare le esigenze di Salvini di spaccare il Nord dal Sud Italia e le esigenze di Putin di indebolire l’Europa.
______________________
Fonti: Blog della Lega, Social, Giornali di destra e di sinistra da il Corriere a La Repubblica, alla Stampa, al Fatto Quotidiano. 

 

 

 

 

 

Condividi su:

Seguici su Facebook