Partecipa a Alto Molise

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Elezioni provinciali: la maretta riguarda Forza Italia e potrebbe rientrare dopo la vittoria di Roberti a Campobasso

Condividi su:

 

L’assessore regionale Vincenzo Niro e Aldo Patriciello chiedono conto all’onorevole Annaelsa Tartaglione per aver indirizzato il voto della provincia verso il sindaco di Venafro e neo presidente Alfredo Ricci. Aida Romagnuolo, consigliera regionale di Prima il Molise, non ha perso occasione di richiamare tutto il centrodestra a una crisi agostana chiedendo addirittura di andare al voto, errore commesso da Salvini in campo nazionale che potrebbe essergli fatale.

LA BUFERA RIGUARDA FORZA ITALIA E NON TUTTO IL CENTRODESTRA

Mutano gli equilibri politici con un europarlamentare che potrebbe sconfessare la coordinatrice regionale Tartaglione creando più che una crisi di coalizione una spaccatura all’interno dei forzisti che alle scorse elezioni comunali di Campobasso, le ultime dove sono stati interpellati i cittadini e dove si è potuta verificare la reale consistenza del partito in Molise ha ottenuto appena 2318 voti pari all’8,24%. Con l’elezione del solo consigliere comunale Domenico Esposito. A Termoli Francesco Roberti, che ora corre per le provinciali di Campobasso che si terranno il 3 settembre, fu voluto dal partito di Berlusconi ma eletto con i voti della componente Niro che ha presentato addirittura due liste a sostegno: i popolari per l’Italia (gruppo col quale è presente anche in regione) e Diritti e Libertà. Il partito è ai minimi storici in Molise e con questa spaccatura rischia un epilogo più veloce di quello di Berlusconi in campo nazionale.

NIRO CONTINUA A LOTTARE PER ROBERTI ALLA PROVINCIA DI CAMPOBASSO  

Niro ha promesso di non abbandonare Roberti al suo destino, se lo facesse sarebbe il suicidio politico del centrodestra molisano. Lì dove ha mostrato, sempre con dati elettorali veri alla mano, di contare ancora qualcosa riuscendo Roberti a battere Angelo Sbrocca al ballottaggio evitando anche che il sindaco uscente della città adriatica riuscisse a coalizzarsi con il Movimento Cinque Stelle di Nick De Michele che laddove si è recato alle urne ha preferito appoggiare Roberti, anche ricordando la storia del tunnel della città termolese.

Una crisi, quella di cui tanto si parla all’interno del centrodestra molisano, che non passando per la parola dei cittadini non ha senso di essere chiamata tale. Innanzitutto con la vittoria di Roberti, che sembra essere scontata tra Campobasso e Termoli vista l’astensione alle urne del Movimento Cinque Stelle, potrebbe mettere tutto a tacere. Dando tempo a Toma e Niro di metterci la pezza per mostrarsi forti ai cittadini. Gli stessi che dopo le comunali delle due città più grandi della provincia di Campobasso non sono stati nuovamente interpellati.

NESSUN VOTO ANTICIPATO E FORSE NEMMENO NESSUN RIMPASTO DI GIUNTA ALLA REGIONE

Una cosa è certa: la vittoria di Alfredo Ricci in provincia di Isernia non porterà a nessun voto anticipato come chiede Prima il Molise. Dopo l’elezione a Palazzo Magno del capoluogo di regione l’unica cosa che resta a Niro è quella di chiedere a Toma un rimpasto di Giunta Regionale. Togliendo così al gruppo di Forza Italia il secondo assessore che risponde proprio al nome di Roberto Di Baggio, che insieme ad Annaelsa Tartaglione ha affossato l’elezione di Ianiro di Frosolone alla provincia di Isernia. E in questo caso non si parla di crisi ma semplicemente di un minirimpasto di Giunta che potrebbe portare a ricoprire la casella del quinto assessore proprio a un esponente di Niro. Attualmente la Giunta è formata da Luigi Mazzuto della Lega, Vincenzo Niro dei Popolari per l’Italia e Vincenzo Cotugno, Nicola Cavaliere e Roberto Di Baggio tutti di espressione forzista compreso il primo, eletto con Orgoglio Molise ma di fatto politicamente rientrato con Forza Italia al momento delle comunali quando il suo simbolo non è stato presentato né a Campobasso, né a Termoli.

Un 3 +1+1 che potrebbe diventare un 2+2+1 con un quinto assessore espressione dell’area Niro o perché no dell’Udc di Micone che pure ha appoggiato la candidatura di Ianiro. Ma anche questa ipotesi sembra azzardata perché riaprirebbe alla fuoriuscita di Mazzuto dalla Giunta Regionale, come richiesto dalle consigliere Romagnuolo e Calenda qualche mese fa. Insomma un caos che potrebbe portare Toma a lasciare tutto come si trova cullandosi sulla vittoria di Roberti alla Provincia di Campobasso.

Tornare alle urne è quanto mai rischioso anche considerando la vittoria pentastellata nel capoluogo di regione. Insomma potrebbero suonare la carica per poi essere suonati.

Condividi su:

Seguici su Facebook