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Brexit, ora è realtà: Armando Bartolomeo di Agnone racconta attraverso il video di sua figlia le emozioni degli inglesi che hanno rimosso la bandiera europea

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Ecco, è successo! Quello che ormai da qualche anno si temeva è irrimediabilmente successo. La Gran Bretagna ha lasciato la UE. In Portogallo frequento molti amici britannici, ieri sera c'era una vera e propria aria da funerale. Discutendo con loro mi sono accorto che quella antipatica patina di antieuropeismo deriva, semplicemente, da nostri vecchi e falsi retagi.

La "perfidia Albione" non esiste; quello che si può vedere oggi è solo un popolo disorientato che, a differenza di luoghi comuni e, soprattutto, alla luce degli eventi, dopo secoli, non intravede la mitica luce in findo al tunnel. Le ultime elezioni politiche hanno dimostrato plasticamente la loro volontà di illudersi di un passato purtroppo morto e sepolto. L'opposizione ha condotto una campagna elettorale scialba e, inspiegabilmente, neutrale sull'argomento Le nostalgie non hanno portato mai niente di buono e in questo caso quello che era troppo evidente è parso loro offuscato e incomprensibile.

Non è il mio compito, e neanche ne sono capace, di tracciare scenari economici futuri che potranno ricadere sulle due parti, ma di una cosa sono certo: checché se ne dica, si è consumato un divorzio traumatico in una famiglia culturalmente indivisibile. Quando mia figlia Mariangela Bartolomeo mi ha mandato questo video ieri sera, all'inizio ho provato un senso di liberazione che via via si è rrasformato in una vera e propria delusione. Ho sempre creduto nella cooperazione tra i popoli: sono stato educato a un internazionalismo fautore di pace e prosperità, da dove si poteva cominciare se non da un'Europa, crogiolo di questi ideali? .Ricordo il generale De Gaulle che, nonostante fosse stato sostenuto dai britannici per la liberazione della Francia, si opponeva accanitamente all'allargamento dell'allora MEC alla Gran Bretagna.

Forse quel grande statista vedeva dalla sua grandeur un possibile concorrente destabilizzatore. Era una vecchia politica condizionata ancora dagli echi della seconda guerra mondiale e il prevalere dell'esclusività del rapporto con gli ex sconfitti.Mi dispiace che il Generale abbia avuto ragione e sono rammaricato che al progetto di un'Europa unita e forte che possa dettare i pricipi di una nuova epoca, manchi l'apporto essenziale di un grande popolo tradizionalmente di antica e consolidata democrazia.

 

 

 

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