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Coronavirus, Regione Asrem e Protezione Civile fanno il punto: nessun caso ma il protocollo funziona

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Ad oggi non ci sono emergenze molisane per il Coronavirus. Lo ha detto in una conferenza stampa svoltasi  in mattinata il presidente della Regione Donato Toma insieme alla commissaria straordinaria dell' Asrem Virginia Scafarto e il responsabile della protezione civile Manuel Brasiello. 
 
La macchina organizzativa sta funzionando bene, sostengono, e si riesce a tenere sotto controllo il rischio di contatto con il virus.
 
Anche il 29 enne che ieri era stato trasportato con l' ambulanza al Cardarelli di Campobasso dalla stazione di Termoli è risultato negativo. Il risultato si è saputo nella tarda serata di ieri.
 
Le autorità molisane invitano la cittadinanza a non farsi prendere dal panico. 
 
Per questo motivo hanno reso noti alcuni dati significativi che riguardano la regione. Finora sono 55 i casi di persone in osservazione perché in contatto con la zona rossa. Si tratta di persone che si sono autodenunciate aderendo al protocollo della Regione Molise scritto di concerto con l' Asrem.
 
Sono in Molise anche i 190 allievi della polizia che sono arrivati da Piacenza. Sono in quarantena anche se stanno tutti bene. Qui c' è stato un piccolo accenno di polemiche da parte del Presidente della Regione. Che ha denunciato di non essere stato messo a conoscenza di questo spostamento in maniera tempestiva. 
 
" Un presidente di Regione - ha sottolineato Toma- vuole sapere come e dove si spostano gruppi grandi sul proprio territorio regionale". 
 
Toma stoppa le polemiche anche se sostiene che ci sono delle cose che non hanno funzionato a dovere.  Tra queste anche la mancata concertazione sulla chiusura delle Università delle zone rosse. Che hanno provocato un ritorno in Molise di centinaia di studenti e insegnanti che lavorano nella zona rossa. Nelle zone del cordone sanitario é vietato viaggiare. Mentre in quelle della zona rossa no e gli spostamenti possono essere effettuati. Altri numeri ce li ha dati la dottoressa Scafarto. In Molise sono stati effettuati 8 tamponi diagnostici che nulla hanno a che vedere con screening sulla popolazione. 
 
Quelli non possono essere effettuati perché non c' è la necessità. Non basta quindi dire di essere stati a Milano per ottenere un tampone diagnostico. Bisogna presentare dei sintomi che somigliano al Coronavirus ma che possono anche significare influenza. 
 
Nel primo giorno di attivazione dell' emergenza del Coronavirus al 118 sono arrivate oltre 1000 telefonate. Anche solo per segnalare la presenza sul territorio di persone che provenivano dalle zone rosse. 
 
L' hub per il Coronavirus resta l' ospedale Cardarelli di Campobasso. In caso di qualche futuro positivo ( si ragiona per scenari ndr) verrebbe ricoverato in stanze isolate dell'ospedale. Successivamente se la situazione dovesse precipitare é pronta la macchina della Protezione Civile. Non solo con le tende davanti agli ospedali  ma anche con le richieste di acquisto di tamponi diagnostici e mascherine. 
 
Ci sarà presto una nuova ordinanza del presidente Toma per evitare il contagio di persone molisane. Nella precedente Toma avrebbe voluto vietare davvero l' ingresso in Molise a chi viveva nelle zone rosse ma lo staff giuridico della Regione ha suggerito di non scrivere questa norma in ordinanza in quanto anticostituzionale. 
 
Toma consiglia di non andare fisicamente nelle zone rosse a meno che non sia necessario per questioni lavorative. In Molise le scuole sono aperte e si possono organizzare incontri pubblici. A meno che si rispetti la distanza di sicurezza delle persone che è di un metro e mezzo. Lo stesso vale per i concorsi pubblici. Le gite  scolastiche sono sospese fino al 15 marzo. Poi si vedrà.
 
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