Cambia leggermente rispetto allo scorso anno la rappresentanza politica femminile in Molise.
Ma tutto questo non dipende dal Consiglio Regionale, dove restano 5 donne su 21 le donne rappresentanti e rispondono sempre al nome di Aida Romagnuolo, Filomena Calenda, Paola Matteo, Patrizia Manzo e Micaela Fanelli.
Che raggiungono il 23% del consiglio regionale considerando che gli altri sedici sono uomini. Resta anche il nodo della mancata nomina di una assessora in Giunta. Cosa che potrebbe non avvenire mai anche in questa dodicesima legislatura. Considerando che la maggioranza di centrodestra ha bocciato la norma che avrebbe imposto una quota di genere almeno dalla prossima legislatura.
Bene nella rappresentanza molisana parlamentare. Tre donne e tre uomini. Le donne sono Giuseppina Occhionero di Italia Viva, Rosalba Testamento del Movimento Cinque Stelle e Annaelsa Tartaglione di Forza Italia sebbene eletta in un collegio parlamentare della Puglia. Gli uomini sono i senatori Ortis e Di Marzio e il deputato Antonio Federico.
Ma questi sono dati statici che ormai cambieranno soltanto quando si voterà di nuovo alle politiche o alle regionali.
I dati sensibili di cambiamento annuale sono quelli relativi alle sindache d' Italia. Quest' anno il Molise si avvicina alla media nazionale grazie alla nuova elezione di sindache donne di cui due proprio in altomolise a Belmonte del Sannio e Pescopennataro. Comuni fino al 2019 retti da uomini.
Se lo scorso anno eravamo fermi a 15 sindache su 136 comuni con ben 121 uomini e una percentuale del 10, 3% ora le prime cittadine del Molise sono diventate 18 su 136.
E gli uomini scendono a 118. La percentuale si alza al 13.23% allineandosi di più col dato nazionale ma rimanendone sempre al di sotto.
Infatti su 7.805 comuni retti da sindaci e non da commissari prefettizi 6.674 sono gestiti da sindaci mentre 1131 da sindache.
La percentuale di sindache si attesta quindi sul 14, 5% . Un punto in più rispetto al Molise che con le elezioni amministrative del 2019 migliora il passo.
Ecco i nomi delle sindache molisane: Simona Valente Campochiaro, Annamaria Palmiero Campolieto, Sabrina Lallitto di Casacalenda, Vincenzina Testa Cercemaggiore, Carmelina Genovese Gambatesa, Angela Amoroso Limosano, Maria Di Lena Palata, Isabella di Florio San Biase. Otto in totale come lo scorso anno.
Diventano dieci quelle della provincia di Isernia: Anita Di Primio Belmonte del Sannio, Marisa Margiotta Castel San Vincenzo, Carla Caranci Castelpizzuto, Roberta Ciampittiello Civitanova, Letizia Di Iorio Pizzone, Nunziatina Nucci Sant’Angelo del Pesco, Francesca Petrocelli Acquaviva di Isernia, Carmen Carfagna Pescopennataro e Federica Cocozza di Filignano e Stefania Passarelli di Pozzilli.
Restano quindi 8 in provincia di Campobasso attestandosi sul 9, 52% come lo scorso anno. Una percentuale qui lontanissima da quella nazionale.
È la provincia di Isernia che passa a 10 sindache dalle 7 dello scorso anno a migliorare la percentuale passando dal 14, 29% dello scorso anno al 19, 23% del 2019 facendo registrare anche un dato di molto superiore a quello nazionale.
E se a livello nazionale sono le grandi città come Roma e Torino a segnare l' emancipazione delle donne in politica, in Molise tutte le sindache reggono comuni con meno di 5 mila abitanti.
Segno che le piccole comunità del Molise, ma in particolare della Provincia di Isernia, cominciano a credere davvero nelle donne.
Male invece nelle città maggiori del Molise. A Campobasso nel giugno scorso non ce l' ha fatta Maria Domenica D'Alessandro a battere Roberto Gravina. L' altra candidata, Paola Liberanome, non è entrata nemmeno a Palazzo.
A Termoli Marcella Stumpo è riuscita ad entrare in Comune ma non a giocarsi il ballottaggio. Sindaco uomo anche a Isernia, ma qui si rivota fra poco più di un anno.
Termoli e Venafro hanno eletto i presidenti della provincia di Campobasso e Isernia. Due uomini: Francesco Roberti sindaco di Termoli per Campobasso e Alfredo Ricci sindaco di Venafro per Isernia.
Insomma le donne si riscattano solo nei piccoli comuni. Laddove le responsabilità della buona madre di famiglia si moltiplicano e i bilanci poveri sono più difficili da gestire. Un inizio per il Molise. Buon 8 marzo a tutte le donne che qui in questa Regione di 2 province e 136 comuni ce l' hanno fatta e ce la faranno ancora.