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Lavoro: la Solagrital affonda, ma a Campobasso si continua a ballare

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Potrò apparire sicuramente non originale ma il paragone è sicuramente il più calzante possibile e cioè che se si guarda alla situazione della Solagrital di Boiano sembra vedere il film delle ultime ore del Titanic che mentre stava affondando l’orchestra continuava ad intonare valzer ….. –
Si, purtroppo è così, sfoderando piani industriali e piani sociali senza che ci sia l’ombra di un centesimo di copertura; oppure intravedere tra le nebbie della tempesta, sicuramente, chi cerca – tanto per rimanere in tema – di mettersi in salvo alla “Schettino” usando l’unica scialuppa di salvataggio disponibile al momento: accusare, se pur facendo apparire una difesa nei suoi confronti, Michele Iorio.
Infatti affermare che “attaccare la Solagrital per “una certa sinistra”- operazione per dividere il fronte dell’attuale opposizione - equivale ad attaccare il governo di destra della Regione Molise” potrà apparire persino ovvio ma certamente non è la sola e più rimarcante verità venuta fuori venerdì 8 giugno all’assemblea di SEL a Boiano in cui finalmente sono emerse le verità sulle effettive colpe di una gestione fallimentare della cooperativa.
Durante questa manifestazione è stato rivendicato da parte di molti interventi la necessità di ricorrere per via giudiziaria nei confronti di chi ha provocato a vario titolo il disastro attuale ; sembra troppo facile speculare, da parte di questi ultimi, cercando di spostare l’attenzione dal campo gestionale a quello politico.

Le risse politiche sono alla base di tutti i disastri.
No. In questo caso no o per lo meno non esclusivamente.

La politica e cioè tutto il centrosinistra presente in Consiglio Regionale –  comunque, era evidente anche qualche assenza che si è notata particolarmente sia nel campo del centrosinistra che in quello sindacale-  quella sera ha preso chiari impegni sul futuro occupazionale nell’area matesina e per quanto riguarda le ricadute del settore avicolo sull’economia regionale. Certo mancava la controparte e cioè l’attuale, e ancora per poco, maggioranza; però speriamo che in un prossimo futuro si possa parlare serenamente di queste problematiche.
Un’altra ovvietà è venuta fuori dalle reazioni scomposte di chi si sente accerchiato e non sa più che pesci pigliare: le colpe della crisi societaria sono riconducibili all’eccessivo costo del lavoro – ma vaaaa…….?! –; e ad un sindacato sordo alle necessità del rilancio aziendale (vedi la proposta – nuovi piani sociale e industriale - di accettare ulteriori tagli al personale con la firma per altra CIG) .
Queste sono motivazioni obsolete che neanche la più arretrata Confindustria non usa più dagli anni settanta.


Forse sarebbe il caso, analizzando le proposte venute fuori dai vari tavoli, di far un po’ di dietrologia aziendale, rivalutando le opportunità offerte al polo avicolo molisano da uno dei primi gruppi europei del settore. Con troppa superficialità(?)…. La proposta in questione  fu  stroncata come “penalizzante nei confronti dell’occupazione”…… Si proprio “occupazione”.
Adesso, invece,  il fantomatico rilancio su cosa lo vorrebbero basare? sulla cassa integrazione con la benedizione di tutti i sindacati prezzolati e no.
Come diceva Lubrano: “la domanda sorge spontanea” non è che allora con il paravento dell’occupazione si voleva salvaguardare qualcosaltro?
Forse se all’epoca, nel frangente di una necessaria riqualificazione della fabbrica, fosse stato attuato  il sacrificio momentaneo su una parte di occupazione – è importante tener presente che nell’intenzione del gruppo subentrante era previsto un forte e costante aumento su tutta la filiera: aumento di metri quadrati di allevamento, più produzione di mangimi e di conseguenza più macellazione ecc. – oggi, ne sono certo,  ci sarebbe stato il riassorbimento di tutte le maestranze e persino incremento occupazionale. Altro che aumento della cassa integrazione ……
          
Siamo seri: il sindacato non può essere addomesticato e/o prezzolato, ognuno deve svolgere il proprio ruolo nell’indipendenza più assoluta.
I sindacati difendono i lavoratori vessati a vario titolo e vigilano su le politiche occupazionali; e i managers amministrano e promuovono le politiche aziendali nel rispetto dei ruoli e del progresso economico e sociale della società.
Questi sono principi fondamentali per tutti i protagonisti della vicenda e non sarebbe opportuno, in una società matura, ribadirli. Ma gli ultimi accadimenti dimostrano il contrario e la nostra solidarietà va a Peppe Spina dirigente sindacale - checché se ne dica,,,,,,-, ai  funzionari di sani principi etici che non accettano di piegare la schiena di fronte a logiche aziendali assurde e obsolete;  e a tutti quei lavoratori che in passato(96 che da quattro anni sono in cassa integrazione nell’indifferenza di troppi) ed in futuro ricevono a “singhiozzo”  lettere di cassa integrazione ad orologeria.

 

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