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Trivento, le fumose epistole sindacali del sindaco. Il commento dell'ex sindaco Farina

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Da un po’ di tempo a questa parte si registra un attivismo da parte del sindaco di Trivento sulle sue iniziative che si concretizza con la pubblicazione di lettere, indirizzate ad altri enti, intese ad ottenere i miglioramenti dei servizi, credendo così di risolvere o aver risolto i problemi. Dopo poco tempo, sempre il sindaco, pubblica anche le risposte ottenute, credendo di aver incassato punti elettorali in vista del 2023. Ed invece non è così, perché ciò che ottiene è il minimo sindacale, peraltro già ottenuto da altri paesi. Faccio un esempio concreto Pochi giorni fa ha partecipato “coram populo” la riapertura dell’ufficio postale di via Torretta, per due giorni la settimana, come se avesse vinto una battaglia della grande guerra, senza accorgersi che le Poste hanno dato risposta positiva a quasi tutti i Comuni che avevano richiesto l’ampliamento dei servizi, tant’è che sono stati riaperti 165 uffici su 167.

Pertanto nessuna vittoria strabiliante Il sindaco di Trivento non ha compreso che il vero problema degli uffici postali sta nella sede di via Marconi, dove quotidianamente si formano lunghe fila di cittadini che il più delle volte sotto le intemperie ( acqua, vento , freddo, gelo e neve) devono attendere , anche per ore, il loro turno per entrare per poter pagare un semplice bollettino o spedire una raccomandata. E certamente al sindaco non sfugge questo desolante spettacolo perché ogni mattina passa con la sua macchina davanti l’ufficio postale e dopo il civettuolo ed accattivante suono del clacson, per dire “io sono qui”, tira dritto incurante del problema dell’assembramento, sia pure a fila indiana, davanti l’ufficio postale

Ma perché la lunga fila si forma? Non certo per l’incapacità degli operatori, disponibili e cortesi , quanto per l’insufficiente numero di essi , perché il più delle volte su quattro sportelli presenti solo due sono funzionanti e se poi tutti e due sono impegnati in operazioni complesse che richiedono molto tempo, va da sé che la fila esterna si ingrossa paurosamente e per pagare un semplice bollettino si rischia di aspettare l’intera mattinata.  Ed allora è chiaro che la prima richiesta da fare è quella di assicurare il funzionamento di tutti e quattro gli sportelli, di cui uno di essi solo per il pagamento dei bollettini. Solo in questo modo si può evitare il formarsi di lunghe fila. In questi giorni di freddo ho visto molti anziani battere i denti per il freddo con il rischio reale che, pur salvandosi dal Covid 19 , potrebbero lo stesso morire per una bronchite o polmonite.

Non meno problematica è stata durante l’estate l’attesa per entrare in ufficio postale sotto un caldo quasi equatoriale che ha messo a dura prova la resistenza di tutti. Questa mattina, anche se la fila non era tanto lunga, ho dovuto rinunciare a pagare un bollettino, perché un vento tanto forte mi impediva di tenere una posizione ferma. Alla luce di quanto rappresentato non bisogna chiedere, ma pretendere il funzionamento dell’ufficio postale di via Marconi a pieno regime, ossia con tutti e quattro gli uffici funzionanti ed in alcuni giorni, almeno due, anche nelle ore pomeridiane per evitare l’affollamento del mattino.

Questo significa risolvere il problema alla radice. Ogni altra forma di interessamento non è altro che buttare fumo negli occhi. Stessa cosa dicasi per il poliambulatorio, dove già da tanto tempo si sarebbe dovuto organizzare un efficiente punto per i tamponi Covid. 19 e dove ancora oggi si registra il mancato funzionamento dell’ampiamento della struttura iniziato dal 2005. Tutto questo al sindaco è stato fatto presente, nell’ottica di una collaborazione; la risposta è stata sì, ma il non farlo è stato più certo. Le letterine a babbo Natale penso abbiano fatto il loro tempo tanto che neanche i bambini della scuola elementare le scrivono più.

Tullio Farina ex sindaco di Trivento

 

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