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Il giorno del ricordo, I giovani per Agnone democratica ricordano il carabiniere Liberantonio Totaro vittima delle foibe

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10/02/2021 Giorno del Ricordo

Nel 1943, con la resa dell’8 settembre del partito Fascista di Mussolini i partigiani jugoslavi di Tito decisero di punire i fascisti che avevano amministrato i loro territori con durezza e imponendo un'italianizzazione forzata.

I primi ad essere giustiziati furono i carabinieri, i poliziotti e le guardie di finanza, nonché i pochi militari fascisti della RSI, i collaborazionisti che non erano riusciti a scappare (in mancanza dei quali venivano presi moglie, figli e genitori) ma anche numerosi civili italiani autoctoni.

Il carabiniere Liberantonio Totaro, di Agnone, nell’aprile 1945 si occupava dell’ordine pubblico nella città di Gorizia per respingere il tentativo di invasione da parte di Tito. Morì cadendo nella foiba di Zavni, il 3 maggio 1945 all’età di 29 anni.

I condannati venivano legati l’un l’altro con un lungo fil di ferro stretto ai polsi, e allineati sugli argini delle foibe. Si apriva il fuoco soltanto sui primi tre o quattro della catena, i quali, precipitando nel dirupo, morti o gravemente feriti, trascinavano con sé gli altri sfortunati. Le vittime erano condannate a sopravvivere per giorni sui fondali dei precipizi, sui cadaveri dei loro compagni, tra sofferenze impensabili.

A rompere il tabù dell’oblio, il 3 novembre 1991, fu l’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga che si recò in pellegrinaggio alla foiba di Basovizza e, in ginocchio, chiese perdono agli italiani della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia per un silenzio durato cinquant’anni.

Gli uomini e le donne a cui vogliamo rivolgere il nostro pensiero sono quelli che hanno subito questa tortura per la sola colpa di essere italiani.

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