Dopo aver partecipato nei giorni scorsi al G20 a Roma, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha visitato alcune città italiane prima di tornare in Sud America. Le tappe del suo breve viaggio in Italia, tra Veneto e Toscana, hanno compreso i luoghi dai quali proviene la sua famiglia, e sono state accompagnate da diverse contestazioni, a cui hanno partecipato soprattutto attivisti dei centri sociali e gruppi ambientalisti. Bolsonaro ha visitato Anguillara Veneta, Padova e Pistoia: in quest’ultima ha incontrato l’unico leader politico nazionale, il segretario della Lega Matteo Salvini.
La prima visita nel programma di Bolsonaro è stata quella di lunedì ad Anguillara Veneta, una piccola città in provincia di Padova da cui emigrò il suo bisnonno paterno alla fine dell’Ottocento. Qui Bolsonaro ha ricevuto la cittadinanza onoraria, su proposta della giunta comunale guidata dalla sindaca leghista Alessandra Buoso. Ad accoglierlo, Bolsonaro ha trovato alcune decine di sostenitori e un sit-in di protesta.
Nel pomeriggio si è poi spostato a Padova, per visitare la basilica di Sant’Antonio. Qui si erano radunati fin dalla mattina circa 500 manifestanti, che avevano bloccato via Belludi, la principale strada di accesso alla chiesa. Dopo alcuni scontri con la polizia, i manifestanti sono però stati allontanati. Proprio a causa della manifestazione, all’inizio del pomeriggio lo staff di Bolsonaro aveva annunciato che la visita alla basilica era stata annullata, salvo poi confermarla poche ore dopo.
La visita di Bolsonaro in Veneto e il conferimento della cittadinanza onoraria di Anguillara Veneta sono state fortemente criticate dai politici locali di centrosinistra, ma anche dalla diocesi di Padova che in un comunicato ha detto che «non si nasconde che il conferimento della cittadinanza onoraria ci ha creato forte imbarazzo, stretti tra il rispetto per la principale carica del caro paese brasiliano e le tante e forti voci di sofferenza che sempre più ci raggiungono, e non possiamo trascurare, gridate da amici, fratelli e sorelle». Nel comunicato la diocesi ha fatto riferimento alla «grave crisi sanitaria, economica, etica, sociale e politica, intensificata dalla pandemia» in corso in Brasile.