IL 21 settembre 2021 la Corte d'Appello di Campobasso mi assolveva dal reato di calunnia nei
confronti del responsabile pro tempore del settore tecnico del Comune di Trivento, mentre il
29 dicembre 2020 il tribunale mi assolveva dal reato di lesioni sempre nei confronti dello
stesso responsabile
Alla luce di quanto accaduto penso che più di qualcuno dovrebbe chiedere scusa per quanto
detto e sostenuto; soprattutto quelli che hanno manifestato solidarietà alla dipendente, pur non
essendo presente al momento dei fatti Non mi sono mai macchiato dei reati che volevano
attribuirmi sia perché lontani anni luce dalla mia indole e sia perché mai accaduti, così come
descritti negli atti di accusa.
I fatti accaduti risalgono al 6 novembre del 2014 allorquando nella mia qualità di consigliere
comunale mi recai presso l’ufficio tecnico per chiedere al responsabile pro tempore R. L alcuni
chiarimenti sui lavori della strada di Acquasantianni.
Poiché tra gli atti in mio possesso vi era uno che non conteneva la dicitura “ copia per il
consigliere comunale” la signora R. L. pretendeva che io restituissi la copia perché riteneva
fosse stata trafugata. Feci cortesemente presente alla responsabile dell’ufficio tecnico che la
copia mi era stata data così per cui lei era tenuta solo a dare la spiegazione alle mie
osservazioni. Al mio diniego subito chiamava carabinieri e pretendeva che io restassi lì in loro
attesa come se fossi stato un ladro. Feci altresì presente alla dipendente che se avesse avuto
il sospetto di un trafugamento sarebbe dovuta andare in caserma ad esporre denuncia ed io
sarei andato lì a rispondere ai carabinieri sul possesso del documento.
Non era certo lei che poteva impedirmi di uscire dal Comune. Mentre stavo andando via la
signora R .L. abbandonava la postazione di ufficio e incominciava ad inseguirmi per tutto il
lungo corridoio ( quasi 30 metri) per impedirmi di uscire ed arrivata sulla porta di uscita si mise
davanti ad essa tenendo forte nelle sue mani il maniglione antipanico per impedire che io
uscissi. Ne venne fuori una colluttazione durate la quale si procurò una lievissima ferita al dito
di una mano quando il maniglione della porta si abbassò.
All’arrivo dei carabinieri la signora incominciava a gridare a squarciagola che le avevo messo
le mani addosso senza che le avessi fatto mai niente se non appoggiare la mia mano sul
maniglione per cercare di aprire la porta per uscire Questo sinteticamente quanto accaduto.
Da questi fatti sono scaturiti un mio esposto alla Procura della repubblica per chiedere se nel
comportamento della dipendente era ipotizzabile qualche reato nei miei confronto, essendo io
un consigliere comunale in carica, che non mi recavo sul Comune per problemi privati o
personali ma per tutelare interessi collettivi e due denunce, una per lesioni e l’altra per
calunnia da parte della signora R.L. nei miei confronti. Nella prima mi accusava di averla
scaraventata e spintonata facendola impattare violentemente con la testa per ben due volte
contro la due porte di uscita del Comune, procurandole ferite e contusioni varie e nella
seconda sosteneva che io l’ avevo calunniata perché sostenevo di essere stato quasi
sequestrato dal comportamento posto in essere da lei perché non mi voleva fare uscire dal
Comune.
Fortunatamente la giustizia c’è e nel corso di ben quattro processi di primo e secondo grado è
venuta a galla; la verità è venuta fuori con quattro sentenze di assoluzione con formula piena
perché il fatto non sussisteva e tutti i testi hanno escluso ogni forma di violenza da parte mia
,ma solo il tentativo di uscire fuori dal Comune nel mettere le mani sul maniglione antipanico
per cercare di uscire.
Inoltre il contenuto della sentenze è inequivocabile laddove si legge testualmente “Deve
tuttavia osservarsi che il modesto grado di violenza estricata era diretto non già a
cagionare lesioni alla persona offesa, bensì a difendere la propria libertà personale
messa in pericolo dalla decisione arbitraria di R. L. di tenere Farina in ostaggio nella
casa comunale. E’ indiscutibile che il tecnico comunale giammai avrebbe potuto
limitare la libertà di locomozione del consigliere, segregandolo negli uffici comunali
fino al sopraggiungere dei carabinieri e soltanto per chiarire le modalità attraverso le
quali l’uomo sarebbe venuto in possesso del documento. Ricorrono perciò gli estremi
della legittima difesa, di cui all’art 52 c.p., avendo Farina dispiegato la propria energia
fisica per esservi stato costretto dalla necessità di difendere la propria libertà
personale, ingiustamente compressa dal gesto arbitrario della donna. Ricorre anche il
rapporto di proporzione tra la difesa e l’offesa, atteso il rango costituzionale del diritto
minacciato e le modestissime lesioni procurate alla donna”“
Infine per quanto riguarda la problematica del possesso di un atto senza la dicitura “
copia per il consigliere” che ha scatenato tutto il putiferio lo stesso pubblico ministero
ha chiesto ed ottenuto l’archiviazione del reato di sottrazione di atti perché il reato era
inconfigurabile per carenza dell’elemento oggettivo, atteso che il documento in
possesso dell’indagato non costituiva notizia coperta da segreto essendo un atto
giuridicamente ostensibile ( delibera di giunta) e nessuna manovra sottrattiva era stata
riscontrata.
C’è da chiedersi quindi il perché di quanto accaduto, dove si voleva arrivare, chi si voleva
colpire in modo scorretto e perché.
Il risultato finale sembra essere molto chiaro, più che offendere e calunniare altri sono stato
offeso e calunniato per essere stato ingiustamente accusato e rinviato a giudizio per reati mai
commessi con grave lesione di immagine e della dignità personale.
Le ben quattro sentenze di assoluzione con formula piena mi restituiscono la dignità di un
uomo che ha sempre rispettato le leggi e le persone e che può camminare sempre a testa
alta.
Oggi sono altri a dovere indossare le maschere per la vergogna di ciò che hanno fatto e detto
e a camminare a testa bassa, così come peraltro sono abituati
Ringrazio gli avvocati Oreste Campopiano e Loreto Vasile per avermi difeso egregiamente durante le udienze
Tullio Farina ex sindaco di Trivento