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Mattarella giura e rilancia: “Subito la riforma della giustizia. Sono stati giorni travagliati, ora ricostruire l’Italia”

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ROMA. Sergio Mattarella succede a se stesso. Il presidente della Repubblica, eletto sabato scorso dal Parlamento in seduta comune con un consenso amplissimo dopo una settimana di schede bianche, è arrivato alle 15,15 davanti dall'aula della Camera per giurare sulla Costituzione. E’ stato accolto dai presidenti delle Camera Roberto Fico e Elisabetta Casellati. Migliaia di persone hanno assistito al passaggio del corteo che accompagna il presidente della Repubblica dal Quirinale a Montecitorio. “Grazie presidente”, recitava a lettere tricolori un cartellone esposto da un giovane appostato dietro le ringhiere. Molti con i loro smartphone riprendevano il passaggio del corteo, che avanzava lento e, a modo suo, solenne. Momento storico.

Mattarella, a bordo di una Maserati di servizio, è stato accompagnato nel tragitto dal segretario generale della Camera Fabrizio Castaldi, il corteo scortato da un drappello di motociclisti dei carabinieri. Durante l’intero tragitto suonava la campana di Montecitorio, utilizzata solamente nella giornata del giuramento del capo dello Stato. Dopo il saluto con i vertici delle Camera, Mattarella si è fermato a colloquio con Giuliano Amato, Mario Draghi, Roberto Fico e Elisabetta Casellati nella sala del governo a Montecitorio. Poi alle 15,30 un lunghissimo applauso dell’Aula, in piedi. Al centro della tribuna presidenziale era seduto il presidente della Corte costituzionale Giuliano Amato, che si è accomodato tra il Nunzio apostolico e decano del corpo diplomatico e la figlia del presidente Mattarella, Laura.

«E' per me una nuova chiamata, inattesa, alla responsabilità; alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi», ha esordito il capo dello Stato. «Nel momento in cui i Presidenti di Camera e Senato mi hanno comunicato l'esito della votazione, ho parlato delle urgenze - sanitaria, economica e sociale - che ci interpellano. Non possiamo permetterci ritardi, né incertezze», ha detto Mattarella sottolineando che la «lotta contro il virus non è conclusa, la campagna di vaccinazione ha molto ridotto i rischi ma non ci sono consentite disattenzioni».

La riflessione del capo dello Stato è tutta rivolta alla ricostruzione del Paese dopo l’emergenza e al ruolo dell’Europa: «Viviamo in una fase straordinaria in cui l’agenda politica è in gran parte definita dalla strategia condivisa in sede europea. L’Italia è al centro dell’impegno di ripresa dell’Europa. Siamo i maggiori beneficiari del programma Next Generation e dobbiamo rilanciare l’economia all’insegna della sostenibilità e dell’innovazione, nell’ambito della transizione ecologica e digitale».

Poi ha aggiunto: «Dobbiamo disegnare e iniziare a costruire, in questi prossimi anni, l'Italia del dopo emergenza. E' ancora tempo di un impegno comune per rendere più forte l’Italia, ben oltre le difficoltà del momento. Un’Italia più giusta, più moderna, intensamente legata ai popoli amici che ci attorniano».

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