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Coordinamento delle Sinistre di Opposizione – Molise: Lotto Zero, Fermare lo scempio

Quest’opera è emblematica di come il capitale distrugga ambiente e lavoro. Non sarebbe meglio investire gli enormi fondi stanziati nelle tante emergenze viarie del territorio?

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Il Coordinamento molisano delle Sinistre di Opposizione (PCI, PCL, PMLI) continua il proprio sostegno al Comitato NO LOTTO ZERO per impedire la prosecuzione di un’opera inutile, per impedire un folle scempio ambientale (vedi la messa a rischio delle storiche sorgenti di San Martino secondo una relazione geologica resa nota di recente) ed il saccheggio di ingenti risorse erariali a solo beneficio del capitale privato.

Come ormai noto ai molisani, siamo di fronte ad uno spreco indecoroso di danaro pubblico, dato che i costi sono già lievitati da 18 a 174 milioni di € per collegare, con due gallerie e otto viadotti, soli 5 Km tra i bivi di Pesche e Miranda, già collegati tra loro dalla statale con 3-4 minuti di percorrenza. Una cifra scandalosa di ben 35 milioni di € a Km!

Occorre dunque fermare subito questa follia e dirottare i fondi verso quelle opere realmente utili che, ancorché reclamate dalla collettività locale, continuano ad essere negate. Quale la nostra proposta? Proponiamo di utilizzare tali fondi per finanziare un piano straordinario per l’occupazione in opere locali realmente utili; tanto per citare qualche esempio: la variante di Venafro, utilissima per decongestionare il traffico intorno alla cittadina e liberare il collegamento con San Vittore, tanto più a fronte del noto problema inquinamento dell’area; pensiamo al rifacimento del pericoloso tratto tra Colli a Volturno ed il bivio di Roccaravindola; ancora, la ben nota emergenza del Ponte Sente che taglia fuori Agnone da un collegamento fondamentale con parte dell’Abruzzo; oppure al potenziamento della Fresilia che collega due statali importanti; per non parlare dell’emergenza frane! Come si vede, ve ne sono eccome di urgenze su cui intervenire!

Ricordiamo inoltre come il Comitato abbia fatto emergere numerose illegittimità per cui ha richiesto l’ordinanza di sospensione dei lavori al nuovo sindaco di Isernia (nonché agli altri due sindaci interessati di Pesche e Miranda), eccependo l’assenza delle approvazioni consiliari afferenti la progettazione definitiva in variante, l’assenza della Valutazione di Impatto Ambientale e comunque la nullità di tutta la progettazione per assenza della valutazione di legge “alternativa zero” (una sorta di valutazione costi-benefici). Per non parlare poi della vendita da parte di imprenditori privati di tutto il materiale legnoso tratto dalla devastazione di decine di migliaia di alberi purtroppo già attuata e che ci proponiamo di far risarcire e ripristinare.

Ad oggi, l’ordinanza di sospensione non è stata ottenuta ma prendiamo atto, quantomeno, che la nuova amministrazione del Comune di Isernia ha fatto ricorso al TAR sulla assenza della Valutazione di Impatto Ambientale e della “alternativa zero”, aprendo obiettivamente nuove prospettive positive qualora si abbia il blocco giudiziale dello scempio.

Ora la questione legale è al Consiglio di Stato per la sospensiva di urgenza in attesa delle decisioni di merito, ma è importante che la mobilitazione continui sotto il profilo sociale e della proposta alternativa nella gestione del territorio e delle risorse, non più subalterna alle esigenze del profitto capitalistico ma nell’interesse dell’utilità sociale. Basilare, tuttavia, che la classe lavoratrice locale diventi la protagonista di questa lotta immediata, su basi anticapitalistiche.

E’ proprio la classe lavoratrice, infatti, a pagare due volte in questi casi: primo, perché la gran parte delle risorse stanziate vengono dalle tasse, cioè soldi frutto del sudore dei lavoratori, per confluire nei profitti dei capitalisti che tra evasione e frodi creano il debito pubblico; secondo, in quanto da tali operazioni ne escono impoveriti sia per risorse naturali ed ambientali sia per lo spreco erariale.

Insomma, bisogna pur andare alla radice della questione: questi saccheggi di risorse hanno alla base il potere del capitale privato che governa questa società e, dunque, anche attraverso i suoi “comitati esecutivi” quali sono le giunte locali borghesi di ogni colore.

Ed ecco perché noi continueremo a batterci per rovesciare questo paradigma, per creare un ponte tra la battaglia di difesa immediata dalle nefandezze del capitale ed un’alternativa di società, quella governata nell’interesse della collettività dalla classe lavoratrice che abbia acquistato la coscienza del proprio ruolo, che apra la strada alla costruzione del socialismo dove queste ingiustizie possono essere eliminate alla radice.

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