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Abruzzo e Molise riunificate, la lettera aperta di Fabio Mucilli

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CASTIGLIONE MESSER MARINO - Pubblichiamo, di seguito, la lettera aperta di Fabio Mucilli, Progetto per Castiglione Messer Marino, in merito alla viabilità dell'entroterra e alla riunificazione tra Abruzzo e Molise. L'esponente radicale lancia anche una proposta: l'anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati.

Caro Direttore,
ci tengo preliminarmente a dirti che seguo con costanza e con attenzione il quotidiano online altomolise.net e che l’organo di informazione che hai l’onore e l’onere di dirigere svolge un ruolo essenziale nella vita civile e democratica dell’alto Molise e del Vastese interno: fai bene, dunque, a difendere con tenacia (e la durezza che a volte è necessaria) il diritto e la libertà di informazione, a cui forse la classe politica locale non è probabilmente abituata.

Ciò premesso, mi preme proporre a te e ai tuoi lettori alcune considerazioni su due fatti recenti che stanno caratterizzando la vita politica di quel territorio e che, a mio giudizio, sono strettamente connessi: l’intervento urgente sulla SP 152 Castiglione-Montazzoli (necessario e … dovuto!) e la riunificazione tra l’Abruzzo e il Molise.

Bene hai fatto a chiosare il tuo articolo in merito alla polemica locale sui meriti dei vari consiglieri regionali che si sono impegnati per il reperimento delle risorse economiche finalizzate a superare l’empasse della frana sulla SP 152 con la perentoria affermazione che “per gli atti dovuti non c’è bisogno di incensare nessuno”. Ci mancherebbe altro”! E’ passato fin troppo tempo per un intervento che rischia, aimè, di essere tardivo nel caso che (speriamo non accada) durante il prossimo inverno si verificasse un peggioramento della situazione e si interrompesse la percorribilità della strada.

Forse invece la classe politica locale farebbe bene a preoccuparsi di qualcosa di più strategico che di un intervento (ripeto, necessario e dovuto!) di superamento dell’emergenza:  il completamento della variante alla ex SS. 86, che ormai da due decenni è al palo e non fa passi avanti per l’incapacità di proporre soluzioni che abbiano un respiro di tipo territoriale.

Che si tratti di completarla (com’era nell’originaria previsione) lungo l’asse del fiume Treste o (come più volte ho avuto modo di sostenere, insieme ad altri) in direzione della fondovalle Sangro, è necessario avviare (come prevede la legislazione sulle opere pubbliche) la predisposizione di uno studio di fattibilità, come primo passo per la redazione dei successivi livelli di progettazione.

L’obiezione è fin troppo scontata: in tempi di spendig review andare a proporre la realizzazione di un’arteria probabilmente molto costosa in un territorio in fase di progressivo abbandono è pura follia!

Invece, si tratta a mio giudizio di un modo serio e pragmatico di affrontare la questione, per le seguenti ragioni:

1) piuttosto, è l’investimento già fatto che, in assenza del completamento dell’arteria, rischia di essere stato pressoché inutile e sbagliato;
2) l’unico modo perché in tempi ragionevoli se ne possa immaginare un completamento  è avviare concretamente le fasi della progettazione previste dalla vigente legislazione sui lavori pubblici:
3) uno “studio di fattibilità” serve proprio a definire la migliore soluzione tra le alternative possibili (es. miglioramento del percorso esistente, percorso in galleria, soluzione mista), ivi compresa la presa d’atto della “non convenienza” dell’intervento;
4) uno “studio di fattibilità” ha dei costi assolutamente sostenibili anche in tempi di spending review e la Provincia di Chieti potrebbe sicuramente farsene promotrice (anche, per es. destinando a questo fine una minima parte del finanziamento che dovrebbe assicurare il superamento dell’emergenza sulla SP 152 – sarebbero sufficienti meno di 100.000 euro); in questo modo si otterrebbe un  duplice risultato: nell’immediato verrebbe ripristinata la percorribilità della SP 152 e nel contempo si avvierebbe un serio e concreto approfondimento sulla soluzione strategica da adottare a livello territoriale.

Ma cosa c’entra con tutto questo la proposta di riunificazione tra Abruzzo e Molise? C’entra eccome!

Perché il completamento della variante alla ex SS. 86 è il classico caso in cui la presenza del confine regionale costituisce un ostacolo invalicabile alla soluzione di un problema, mentre  è di tutta evidenza che se tale intervento venisse inquadrato quale completamento della trasversale Trigno-Sangro (costituita dalla fondovalle Verrino, dalla variante alla ex SS. 86 e, appunto, dal tratto mancante verso la fondovalle Sangro) allora l’interesse e la spinta per la realizzazione dell’intervento verrebbero da entrambe le regioni (o, perché no, dalla nuova regione riunificata).

Questo è solo un esempio per dire che l’auspicio della riunificazione tra l’Abruzzo e il Molise, piuttosto che trovare giustificazione nella riduzione della spesa (anch’essa, necessaria e … dovuta!), dovrebbe cercare la sua ragione fondante nella necessità di assicurare la competitività di territori che, in assenza di strategie a scala sovraregionale, sono sempre più destinati all’abbandono e all’isolamento. 

E, come giustamente sostiene l’on. Antonio Di Pietro, se l’Abruzzo e il Molise insieme avrebbero potuto (e potrebbero ancora) “avere un valore”, nel momento in cui sono state divise, tale volore “lo abbiamo dimezzato”.

A questo proposito, per amore di verità mi preme ricordare che nel lontano 1996 il consiglio comunale di Castiglione Messer Marino si rivelò notevolmente anticipatore, votando su mia proposta una Risoluzione “per avviare il procedimento, previsto dall’art. 132 della Costituzione, per la formazione di un’unica regione attraverso la fusione dell’Abruzzo e del Molise”  e che la lista che guidai come candidato sindaco alle elezioni amministrative del 1997 era denominata “Oltre le Barriere – Per l’Abruzzo-Molise e per l’Unione dei Comuni”.

Così come voglio ricordare che nel lontano 1995 mi premurai di invitare dalle colonne de “Il Tempo d’Abruzzo” (23 settembre) l’on Antonio Di Pietro, che in quei giorni si trovava proprio nella nostra regione, ad occuparsi  “della rifondazione delle autonomie locali,  da mettere in pratica a partire proprio dalle povere e meridionali terre di origine e non dalla ben più ricca ed europea ribalta milanese”.

Con rinnovata stima.

Fabio Mucilli                           Progetto per Castiglione Messer Marino

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