Maurizio Cacciavillani, ex vice sindaco di Agnone ed ex assessore ai lavori pubblici, in un post sui social mette sotto la lente di ingrandimento i problemi legati alla rete viaria molisana. Partendo dall'analisi della attuale situazione, ipotizza soluzioni che guardano al resto dei progetti strategici in atto sulle opere in essere della rete viaria nazionale ed europea. Una visione ampia, da cui il locale non puo' e non deve prescindere
Di seguito:
"Torna il fine settimana e quindi per me un po’ di tempo libero da poter impegnare per condividere con voi alcune riflessioni.
Oggi volevo parlare di viabilità, consapevole che quando si affrontano tematiche di così alto livello spesso la discussione rischia di scivolare su problematiche di ordinaria amministrazione, come ad esempio la manutenzione delle strade, argomenti sicuramente importantissimi che però mai dovrebbero inibire la discussione sui grandi progetti di collegamento viario che attengono alla stessa sopravvivenza di quei territori, spesso aree ultraperiferiche come le nostre, che vivono una crisi economica ultradecennale e che la recessione indotta dalla pandemia Covid-19 ha finito di aggravare.
Voglio avviare la discussione con una bella notizia per il nostro Paese, infatti proprio in questi giorni è stata inaugurata la galleria Santa Lucia sulla A1 lungo il tragitto Firenze – Bologna, opera definita epocale vista la lunghezza di 7,8 chilometri che la rende di fatto la galleria più lunga d'Europa a tre corsie.
Non stupisce che negli ultimi decenni i grandi investimenti continuano a concentrarsi sul versante tirrenico lungo l’asse di collegamento delle maggiori città metropolitane Napoli – Roma – Firenze – Bologna – Milano e comunque interessando principalmente il nord Italia. Certamente parliamo di città con milioni di abitanti, centri di servizi e motore dello sviluppo economico nazionale. Insomma realtà con una forza negoziale e politica di gran lunga superiore rispetto a quell’Italia minore fatta di piccole realtà disperse su un territorio spesso montano e periferico, dove lo spopolamento e la desertificazione economica la fanno da padrona.
Eppure in un passato non molto lontano, anche aree come la nostra hanno visto realizzare importanti ed imponenti opere infrastrutturali, purtroppo prive di una visione strategica e che nel tempo sono diventate delle incompiute o comunque delle cattedrali nel deserto. Basta guardare la foto del Viadotte Sente-Longo, uno dei viadotti più alti d’Europa, oggi divenuto il simbolo dell’abbandono delle aree interne e del divario territoriale con il resto del Paese. Parliamo di un viadotto che collega il Molise con l’Abruzzo. Probabilmente volendo costruirlo oggi servirebbero diverse centinaia di milioni di euro. Ebbene, come molti di voi sapranno il Viadotte Sente-Longo è chiuso al traffico veicolare dal 18 settembre del 2018 a causa di un movimento franoso che ha contribuito a far traslare una pila che sorregge l’impalcato.
Le verifiche strutturali che hanno portato alla chiusura del Viadotto Sente-Longo sono arrivate all’indomani del tragico crollo, il 14 agosto 2018, del ponte Morandi a Genova che causò 43 vittime. Diversamente dalle sorti del Sente, il ponte Morandi è stato ricostruito in soli due anni e inaugurato il 3 agosto 2020. L’opera è costata oltre 200 milioni di euro. Evidentemente è impossibile paragonare le due situazioni sia simbolicamente che per importanza. Però è inaccettabile o a dir poco offensivo, che il governo di allora, probabilmente forviato dall’inadeguatezza dei decisori locali, abbia stanziato per la messa in sicurezza del Viadotte Sente-Longo soli due milioni di euro, somme che normalmente vengo erogate per sistemare movimenti franosi lungo le strade interpoderali e che oggi non bastano neanche a coprire le spese per la progettazione degli interventi.

Inoltre, all’indomani della sottoscrizione della convenzione tra la Provincia di Isernia e Anas che prevede la nuova progettazione, è emerso che per portare a termine i lavori serviranno 24 milioni di euro. Evidentemente reperire tali somma non sarà affatto semplice e la speranza di rivedere aperto il viadotto “Sente-Longo” risulta strettamente legata all’inserimento di tale struttura in un progetto viario che recuperi quella visione strategica di collegamento e potenziamento del versante adriatico ed appenninico interno. Tale evenienza spingerebbe anche Anas ad accelerare sulla presa in carico della infrastruttura, non solo nella veste di progettista, ma in qualità di ente gestore. Condizione quest’ultima necessaria per poter continuare a sperare.
Da questo punto di vista da qualche anno, in collaborazione con il circolo Pd del comune di Agnone, abbiamo avanzato una proposta per inserire quella che viene definita la “Trascollinare Alto Medio Sannio” all’interno del progetto viario di più ampio respiro lungo la dorsale adriatica denominato “Pedemontana Marche-Abruzzo-Molise”. A tal proposito abbiamo organizzato anche un convegno in videoconferenza il 12 febbraio 2021 alla presenza dell’europarlamentare componente della Commissione trasporti On. Giuseppe Ferrandino.
La Pedemontana Marche-Abruzzo-Molise è un’infrastruttura strategica di cui si parla oramai da diversi anni, oggetto di numerosi accordi e intese tra Stato, Regioni e Province interessate. La sua realizzazione, per cui sono state stanziate già risorse importanti, è completata solo per alcuni lotti, ma che ad oggi non è stata ancora completata nella sua interezza. Per chi volesse approfondire sulla Pedemontana ho disegnato, utilizzando l’applicazione Google My Maps e visibile al seguente link, un tracciato dell'arteria viaria puramente indicativo. Nella mappa sono riportate anche diverse note esplicative.
https://www.google.com/maps/d/edit...
Questa idea di inserire il Viadotte Sente-Longo all’interno di progetti strategici luogo la dorsale adriatica, insieme ad altre opere fondamentali difficili da manutenere come il viadotto Verrino e le gallerie di Agnone e Castiglione Messer Marino, solo per citare alcuni esempi, a mio avviso acquista ancora più forza in quanto, e aggiungo finalmente, lo scorso 28 ottobre il Parlamento europeo ha approvato la modifica relativa al prolungamento della dorsale adriatica del corridoio Baltico-Adriatico della TEN-T (reti transeuropee dei trasporti), per altri settecento chilometri a sud, fino a Brindisi. Prima dell'approvazione dell'emendamento, il terminale della rete e della logistica dei trasporti in Europa, attraverso Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Austria e Italia, era a Ravenna.
Insomma una nuova opportunità di sviluppo per le nostre aree legata alle politiche europee, che possiamo cogliere solo con una visione lungimirante, unità di intenti con le regioni confinanti e soprattutto attraverso la scelta di politici illuminati che sappiano governare tali processi.
Anche il completamento della Fresilia (vedi mappa) in località Sprondasino è parte integrante di questa visione strategica del territorio, al fine di collegare il capoluogo di regione Campobasso alla zona industriale di Val di Sangro in circa 45 minuti attraverso un collegamento viario a scorrimento veloce, mentre verso sud tutta la zona di confine dell’Alto Molise Vastese potrebbe raggiungere in poco più di mezzora l’ospedale regionale di Campobasso, delineando un vero e proprio percorso salvavita.
La cosa più importante resta quella di recuperare e valorizzare le infrastrutture già esistenti, completandole dove necessario ed evitando ulteriore e inutile consumo di suolo, senza commettere gli errori del passato."