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"Caracciolo, la salvezza passa per la gestione sperimentale pubblico - privato"

Ad esserne convinti gli ex consiglieri comunali: Chiantese, Labbate, Casciano e Amicone. Ecco cosa propongono

La redazione
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AGNONE. Un manifesto per ribadire la necessità di sposare il progetto sperimentale pubblico – privato, l’unica strada percorribile per salvare l’ospedale San Francesco Caracciolo dalla chiusura. Ad esserne convinti sono gli ex consiglieri comunali, Nino Casciano, Amedeo Chiantese, Giovanni Labbate e Roberto Amicone. Ecco nel dettaglio quello che i quattro vorrebbero si attuasse in tempi brevi.

 

"Le drammatiche vicende della sanità regionale molisana, con la prospettiva indicata dalla struttura commissariale, condannano irreversibilmente il “Caracciolo” (e non solo ) alla chiusura. Si prospetta una nuova offerta sanitaria incentrata su un punto di primo soccorso ( non meglio specificato  e che non si sa bene cosa possa fare ) oltre ad una residuale struttura di ricovero con un numero limitatissimo di posti letto  dedicati all’assistenza di base. Anche l’assistenza territoriale, in molte occasioni rappresentata come la panacea per una sanità efficiente,  in  realtà stenta a decollare e non offre quella garanzia di sicurezza e di efficacia di cui la  nostra comunità ha necessità anche e soprattutto per la sua intrinseca  fragilità,  per il difficile territorio in cui vive e per la rilevanza della popolazione anziana di cui è costituita.
Dopo i numerosi proclami caduti nel nulla, siamo consapevoli che la mera enunciazione dello slogan “il Caracciolo non si tocca”, senza concrete proposte,  non è sufficiente. Dobbiamo e vogliamo essere propositivi  e vogliamo contribuire a ricercare la soluzione giusta affinché sia   garantita, ai nostri figli e ai nostri padri  una sanità sicura,  gratuita, universale ( per tutti ), solidale, appropriata,  di qualità ma anche sostenibile economicamente.
La soluzione  a nostro avviso esiste e dobbiamo solo avere il coraggio di appropriarcene e gestirla nel miglior modo possibile.
L’unica  soluzione è  LA SPERIMENTAZIONE GESTIONALE PUBBLICO-PRIVATO, la quale per le sue caratteristiche, già ampiamente collaudate  in altri contesti simili al nostro,  può garantire una sanità socialmente valida ( assicurata dalla parte  pubblica ) ed efficiente ( grazie agli strumenti flessibili propri della gestione privata). Sul fronte dei costi la proposta non può che essere accolta, considerato che impegnerebbe in maniera assolutamente marginale le casse regionali, infatti sarebbe sufficiente - per sostenere in maniera ottimale il Caracciolo - la previsione di un budget regionale di soli 8-9 milioni di euro pari a meno dell’1,5% del Fondo Sanitario Regionale.
Di fronte a una  proposta che ha la caratteristica di essere assolutamente compatibile con le esigenze economiche regionali e che contestualmente è in grado di garantire un ritorno alla efficienza alla quale il Caracciolo ci aveva abituati, nessuno può chiudersi in un irrazionale diniego o, peggio, in una colpevole indifferenza. Qui si gioca sulla  nostra pelle e sul futuro dell’alto Molise.
E’ per questo che chiediamo che il progetto di sperimentazione gestionale pubblico-privato sia inserito nel Piano Sanitario Regionale e che rapidamente la Regione Molise provveda a dare seguito attuativo al progetto. Per salvaguardare il nostro diritto alla salute vogliamo costituire un gruppo di lavoro allargato 'pro sperimentazione gestionale' , al quale possono attivamente aderire tutti i cittadini,  che intende iniziare la propria opera di  tutela raccogliendo il maggior numero di firme in favore dell’unica soluzione proponibile
".

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