I reati contestati sono corruzione in concorso e associazione per delinquere. La polizia stradale ha controllato 211 Comuni su 305 totali e in 65 sono emerse gravi irregolarità di carattere penale. Nell'inchiesta risultano indagate 295 persone: 31 sono sindaci, assessori e comandanti dei vigili urbani.
Maxi truffa in Abruzzo per il rilascio di autorizzazione comunali per il servizio di noleggio con conducente (N.c.c.). La polizia stradale sta eseguendo in queste ore 14 misure cautelari, tra cui quella nei confronti del sindaco di Turrivalignani (Pescara), Roberto Di Cecco. Ai domiciliari anche Fabio Falasca, 44 anni, residente a Roma e originario di Schiavi di Abruzzo, Sebastiano Di Maria, 41 anni, residente a Serramonacesca (Pescara), Agostino Forte, 44 anni di Roma ma originario di Schiavi di Abruzzo, Marco Rulli, 45 anni, residente a Roma, Giancarlo Di Girolamo, 42 anni, residente a Fonte Nuova (Roma). Delle 8 persone sottoposte all'obbligo di dimora solo una è pescarese, le altre della Capitale.
Il compartimento polizia stradale per l'Abruzzo ha controllato 211 Comuni su 305 totali e in 65 sono emerse gravi irregolarità di carattere penale. A commetterle sono i privati che hanno ottenuto le autorizzazioni, per aver falsamente attestato la presenza dei requisiti necessari a ottenere l'autorizzazione, ma alcuni amministratori comunali compiacenti. Nell'inchiesta risultano indagate in Abruzzo 295 persone, fra le quali 31 amministratori comunali (sindaci, assessori, comandanti dei vigili urbani) e sono state avviate le istruttorie per il ritiro di 398 autorizzazioni rilasciate. Parte dei permessi venivano sfruttati per svolgere attività di noleggio a pagamento sulla piazza di Roma, aggirando così il numero chiuso delle licenze nella capitale.
La polizia stradale definisce "figura di spicco" il sindaco del Comune di Turrivalignani, tuttora in carica, accusato di aver rilasciato un numero ingente di autorizzazioni N.c.c. a favore di persone che, in realtà , non hanno mai svolto il servizio di trasporto secondo quanto previsto dalle normative. Il Comune ha rilasciato in totale più di 80 autorizzazioni. Delle 14 misure cautelari, sei sono di arresti domiciliari e 8 di obbligo di dimora. I reati contestati sono di corruzione in concorso e di associazione per delinquere, a carico degli organizzatori/promotori.
Il servizio di noleggio con conducente, spiegano dalla polizia stradale, si rivolge ad una utenza che richiede il trasporto, a tempo o a viaggio, senza limite territoriale. L'inizio o la fine del servizio deve avvenire all'interno del territorio del Comune che ha rilasciato l'autorizzazione e lo stazionamento dei mezzi deve essere realizzato in una rimessa ubicata nel territorio dello stesso comune. L'autorizzazione all'esercizio dell'attività viene rilasciata dall'Amministrazione comunale attraverso un bando di concorso pubblico che è preceduto dall'individuazione, da parte della Regione, dei criteri che i Comuni devono rispettare. Ma i numerosi enti abruzzesi rilasciavano autorizzazioni in numero tale da non essere giustificabile rispetto ai criteri previsti. Tali autorizzazioni consentivano di svolgere l'attività a Roma, creando quindi una concorrenza sleale nei confronti di chi ha superato il bando pubblicato nella Capitale. Era sufficiente indicare con una falsa dichiarazione di avere una rimessa in Abruzzo, in realtà inesistente, pagando poche centinaia di euro, e il gioco era fatto.
Durante l'indagine, coordinata dal sostituto procuratore Barbara Del Bono della Procura di Pescara, è emersa l'esistenza di un sodalizio criminale con una stabile organizzazione e con una precisa ripartizione dei compiti tra gli associati, dichiarano dalla Polizia stradale. Il sindaco di Turrivalignani, in particolare, rilasciava un numero ingente di autorizzazioni N.c.c. (individuando un'area comunale da destinare a rimessa per il cui uso i titolari delle autorizzazioni avrebbero dovuto versare un canone annuo pari a 400 euro) a favore di persone che, in realtà , non hanno mai svolto il servizio di trasporto secondo le vigenti normative.
Secondo le indagini della polizia stradale il modus operandi dell'organizzazione era questo: i componenti del sodalizio sono riusciti ad ottenere numerose autorizzazioni N.c.c. che confluivano direttamente alle società da loro gestite, svolgevano il ruolo di mediatori facendo ottenere ad altri autorizzazioni N.c.c. ricevendo, in compenso, ingenti somme di denaro. All'atto del rilascio dei titoli, il sindaco ometteva qualsiasi forma di controllo sul possesso dei requisiti da parte dei richiedenti. In alcuni casi i titolari di autorizzazioni non avendo altri indirizzi da comunicare come sede, indicavano quello del Comune.