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Sgominata la banda degli impianti fotovoltaici

redazione
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Nella notte a cavallo tra il 15 e 16 luglio 2012 avevano smontato e depredato un intero impianto fotovoltaico  in una zona periferica  di un piccolo centro dell’Alto Molise. Ma il colpo non era riuscito poiché,    gli autori si erano dati alla fuga a seguito dell’allarme scattato presso il proprietario che nel contempo aveva allertato  l’Arma della Compagnia di Agnone.
   Così gli ignoti malfattori avevano abbandonato il furgone (risultato rubato qualche giorno prima in un centro del Campobassano), con il prezioso carico tecnologico di oltre un centinaio di pannelli solari il tutto per un valore di circa 50000 € (cinquantamila euro)  recuperati unitamente all’automezzo,  dileguandosi però nel cuore della notte nella vasta area boschiva circostante facendo perdere le proprie tracce.
     Sebbene le estenuanti ed ininterrotte ricerche dei malfattori scattate  ambito provinciale protratte per tutta la notte, anche con posti di controllo  ambito del territorio provinciale  non sortirono  effetto positivo, furono  contestualmente avviate dall’Arma  le investigazioni conseguenti.
    Indagini serrate coordinate dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Isernia che nel giro di quattro mesi ha  analizzato tracce e dati raccolti sul luogo del reato e gli eventi analoghi che nell’estate decorsa si sono manifestati  in modo ricorrente sul territorio nazionale.  Il complesso confronto degli esiti investigativi e delle risultanze delle investigazioni dirette, ha consentito di  raccogliere  forti e convergenti  indizi di colpevolezza nei confronti di una organizzazione criminosa costituita da 4 giovanissimi di nazionalità marocchina di cui uno già detenuto per analogo reato,  che sono peraltro  risultati inseriti in un sodalizio criminoso più ampio della stessa nazionalità,  che analoghe indagini dei colleghi del Nucleo Investigativo di Rieti, avevano assicurato  già alla giustizia per  analoghi furti consumati  nel mese di settembre ed ottobre  scorsi in alto Lazio  ed anche nell’area Venafrana.
    Le investigazioni hanno confermato che l’episodio del fallito furto in Alto Molise,  si inquadrava  nel contesto di azioni predatorie  che l’organizzazione criminosa  extracomunitaria aveva pianificato per trasferire la preziosa tecnologia per la produzione di energia elettrica dalla fonte alternativa solare in madre patria, come dimostrano  i sequestri operati dall’Arma di Rieti, nel proprio contesto investigativo,  recuperando nell’area portuale di Livorno ben  quattro furgoni stipati di oltre 600 pannelli solari asportati nel territorio del centro sud.

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