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Palaghiaccio: una mancata notifica potrebbe far riaprire la struttura

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CASTIGLIONE MESSER MARINO – La mancata notifica di un atto assunto dal commissario prefettizio Giove potrebbe essere l’appiglio per far riaprire il palaghiaccio.
E’ questa la notizia del momento ed è quanto emerso dall’acceso dibattito appena conclusosi all’interno della struttura sportiva di Castiglione Messer Marino. L’incontro, o meglio il confronto pubblico tra amministratori vecchi e nuovi, gestori e cittadini è stato organizzato dall’associazione Ice Fly. Moderatore il giornalista Orazio Di Stefano che ha dovuto usare tutta la sua arte diplomatica per cercare di tenere a bada gli interlocutori e mantenere bassi i toni. Dal dibattito è emerso quello che allo stato dei fatti potrebbe rappresentare un appiglio legale, il classico cavillo, per far riaprire il palaghiaccio.

La struttura, gestita negli ultimi anni dall’associazione Ice Fly, è stata chiusa in seguito ad un atto di autotutela assunto dal commissario prefettizio Giovanni Giove. Il funzionario della Prefettura che ha retto l’amministrazione durante il periodo di “sede vacante”, ha revocato la concessione prima dello scadere della convenzione che assegnava all’associazione la gestione dell’impianto. L’atto, datato 4 novembre 2011 con numero di protocollo 3246, è stato assunto in autotutela da Giove perché a suo avviso la procedura di concessione della gestione non era stata regolare. L’allora amministrazione Mastrangelo aveva proceduto mediante un bando di gara, mentre secondo il funzionario della Prefettura sarebbe stato necessaria un’assegnazione diretta. Comunque siano andate le cose ciò che è emerso, almeno stando alle dichiarazioni dell’associazione Ice Fly, è che l’atto non è stato notificato. Se così fosse, ma ovviamente bisogna verificarlo in Municipio, il provvedimento sarebbe probabilmente nullo e dunque l’associazione potrebbe chiederne conto al Comune.

Da allora, dal novembre 2011, la convenzione è comunque scaduta e la nuova amministrazione comunale subentrata, quella retta dal sindaco Emilio Di Lizia, non ha inteso rinnovarla. Il motivo? Semplice: la gestione del palaghiaccio è antieconomica, fonte di continue e insostenibili spese per l’ente,a fronte di un utilizzo marginale. Questa la spiegazione fornita dal sindaco Di Lizia. “La nostra intenzione, manifestata già nel programma elettorale e dunque votata dai cittadini, era ed è quella di riconvertire la struttura ad un utilizzo polivalente. – ha spiegato il sindaco – Ad oggi infatti viene usata per attività diverse, dai concerti, agli incontri, al calcio a cinque, alla pallavolo. Abbiamo deciso di diversificare l’offerta in modo che il palaghiaccio sia fruibile tutto l’anno e da più persone, non solo dai trenta ragazzi che facevano pattinaggio. I costi di gestione della struttura, solo negli ultimi due anni, hanno prodotto un passivo di oltre 87mila euro. Un costo che l’ente non può permettersi di affrontare”.

Di parere ovviamente diverso il precedente sindaco, Massimo Mastrangelo: “Si pensò al palaghiaccio per fare un qualcosa di diverso, di nuovo e di non esistente altrove. Quando è stato in funzione ha attratto utenti dal Molise, dall’alto Abruzzo, dalle Marche e addirittura dalla Puglia. Unica struttura per gli sport invernali in tutta la zona, seconda solo a quella di Roccaraso. Era il fiore all’occhiello della nostra amministrazione, per questo motivo il nuovo sindaco ha deciso di boicottarlo fino a non rinnovare la concessione all’associazione che lo gestiva”. Un investimento lungimirante, dunque, secondo l’ex sindaco Mastrangelo, sabotato in qualche modo dal suo successore. Tesi sostanzialmente condivisa dall’architetto Fabio Mucilli, il quale, prendendo la parola dal pubblico, ha sottolineato la "valenza strategica" e la forte attrattiva rappresentata da una struttura, unica nel suo genere in zona, per il pattinaggio su ghiaccio. “Si sarebbe potuto impugnare l’atto del commissario Giove, perché non lo avete fatto?” ha chiesto polemicamente il sindaco Di Lizia rivolgendosi al precedente amministratore.

Rispetto ai costi di gestione troppo elevati, la replica di Massimo Mastrangelo non si è fatta attendere: “Secondo i nostri calcoli il Comune dovrebbe affrontare un esborso di appena tremilacinquecento euro al mese. Il resto dei costi verrebbero sostenuti dall’associazione che assume la gestione della struttura”. Una possibilità concreta e percorribile rispetto alla quale c’è solo da vagliare la volontà politica di tradurla in essere da parte degli attuali amministratori.

Particolarmente incisivo l’intervento della pediatra del paese, Silvana Di Palma: “Si sta parlando e vi state azzuffando per una struttura che veniva utilizzata da appena trenta ragazzi, quando la realtà che vive Castiglione è quella di un progressivo venir meno di servizi essenziali, dalla viabilità che è allo sfascio al distretto sanitario amputato progressivamente di servizi importanti”. In chiusura dell’acceso dibattito uno dei presenti, Antonio Liberatore, ha posto provocatoriamente una domanda: “Siamo sicuri che la struttura, così come è oggi, sia a norma per le attività sportive che vi si svolgono?”. Pronta la replica del sindaco Di Lizia: “La pista di pattinaggio non era a norma. Diversi ragazzi si sono fatti male e il Comune è anche stato citato in giudizio e dovrà risponderne”.

In sintesi, uno spiraglio per la riapertura del palaghiaccio resta, quella presunta mancata notifica dell'atto firmato da Giove, però tutta da verificare, anche se, come è parso evidente ai presenti, la volontà politica dell'amministrazione comunale va in tutt'altra direzione.

 

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