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Bambini: si prescrivono troppi antibiotici

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Spread. Con l`aria che tira temo proprio che questa parola ci perseguiterà a lungo.
Non voglio fare un discorso politico e neppure economico, vorrei solo richiamare l`attenzione dei nostri lettori su un argomento che riguarda la salute dei bambini e l`uso dei farmaci.
Torniamo allo spread: questa parola, ormai lo sappiamo benissimo, si può tradurre in italiano come differenziale. Misurare un differenziale ci può aiutare a capire molte cose.
Intanto il fatto che esistano delle grandi differenze fra noi, che viviamo in Italia, e i nostri vicini, che vivono negli altri Paesi d`Europa, deve pur significare qualcosa e ci costringe a porci delle domande.
Antonio Clavenna, ricercatore dell`Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, ci informa, sull`ultimo numero della rivista Quaderni ACP (www.quaderniacp.it), dell`esistenza di uno spread di cui si parla poco: un differenziale fra l`Italia e i Paesi d`Europa nella prescrizione di farmaci, e in particolare di antibiotici e cortisonici per aerosol. Da uno studio recente risulta che noi siamo dei grandi consumatori di antibiotici: ciascuno dei nostri bambini riceve infatti 3 volte e mezza più prescrizioni di antibiotici di quante non ne riceva, per esempio, un bambino olandese.
Un differenziale così macroscopico si può spiegare in tre modi.
1 - La salute dei bambini in Olanda è trascurata e i bambini olandesi non vengono curati con la stessa solerzia con cui sono curati i bambini italiani.
2 - I nostri bambini sono 3 volte e mezza più “cagionevoli” dei loro coetanei olandesi.
3 – Da noi si usano antibiotici anche quando se ne dovrebbe fare a meno.
L`ipotesi numero 1 è inammissibile: l`Olanda è un Paese civilissimo che certamente non trascura la salute dei suoi cittadini, meno che mai quella dei bambini.
Altrettanto assurda è l`ipotesi numero 2: in Italia le condizioni di salute sono eccellenti e i nostri bambini godono di un clima e di un`alimentazione migliori di quelli della grande maggioranza dei loro coetanei europei.
Perciò non può che essere vera l`ipotesi numero 3: da noi si prescrivono troppi antibiotici.
È urgente cambiare strada. Si sa infatti che la somministrazione di farmaci senza che ce ne sia necessità non solo contribuisce a sprecare risorse economiche (e in sanità i soldi non bastano mai), ma genera effetti collaterali indesiderati sull`individuo e sulla collettività.
Siamo appena usciti dall`epidemia influenzale e molti dei nostri lettori ricorderanno di aver “curato” con antibiotici i loro bambini. Quasi di sicuro inutilmente, perché, si sa, il decorso dell`influenza non si accorcia con l`antibiotico neppure di un minuto.
Lo stesso discorso si potrebbe fare per i fiumi di cortisonici, somministrati con la macchinetta dell`aerosol per “curare” la tosse e il raffreddore (anche questa è un`abitudine italiana che non trova riscontro in altri Paesi).
Già, direte voi, ma non siamo stati certamente noi genitori a fare tutte queste prescrizioni.
È vero. È giusto che noi pediatri ci prendiamo le nostre responsabilità: spesso abbiamo la “ricetta facile” e probabilmente siamo stati proprio noi a mettere in giro quella storia per cui “dopo tre giorni di febbre si passa all`antibiotico” (Ma quando mai? Si sa benissimo che l`influenza, malattia virale insensibile agli antibiotici, dura anche una settimana!). Proprio per questo Quaderni ACP, che è una rivista rivolta ai pediatri, ha pubblicato l`articolo di Antonio Clavenna.
Però spesso, molto spesso, il medico prescrive anche perché “sente” che il paziente si aspetta (o vuole, quando non addirittura pretende) il farmaco.
E qui tocca a noi di UPPA intervenire. Siamo un giornale che si rivolge ai genitori e che si sforza proprio di costruire una consapevolezza critica delle famiglie che si traduca anche nel fare ai medici le richieste giuste, aiutandoli così a sbagliare il meno possibile.
Vincenzo Calia

Un pediatra per amico è il giornale per i genitori scritto dai pediatri; lo trovi nei migliori studi pediatrici in tutta Italia, oppure puoi riceverlo in abbonamento.
 

http://www.uppa.it/

 

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