Agnone: paese delle campane e della gogna.
Può oggi, nel 2013, un passato poco glorioso condurre alla gogna in una società che si dichiara civile?
A quanto pare si!
Il fatto è accaduto ieri quando una signora del posto ha accompagnato suo figlio in una palestra di Agnone per iscriverlo; arrivati lì, madre e figlio, si sono sentiti dire che il ragazzo, a causa dei suoi trascorsi, non fosse ben accetto nel centro sportivo.
La madre rattristata dall’accaduto ha quindi raccontato la vicenda ad un’altra signora che ha proceduto a denunciare il fatto sulla rete: “PAROLE DI UNA MADRE DI AGNONE:15 minuti fa . Oggi l'ennesima delusione della vita,accompagno mio figlio in una palestra del posto per potersi iscrivere e il proprietario si rifiuta dicendo di nn poter frequentare nn è ben accettato dalla società.qst xke ha avuto problemi con la giustizia e qst sporca socetà pronta a mettere il dito nella piaga ma siamo nel 2013 vi rendete conto!ke ipocrita mi auguro ke il mio sopportare oggi sia un tuo dolore nel tuo domani” scrive la donna su Facebook prima di aggiungere in un commento: “aiutiamo questa donna facendole capire che il nostro paese è sdegnato vicino a un comportamento cosi..”
Sebbene sulla rete le notizie corrano veloci, tralasciato qualche commento sulla bacheca della signora che ha diffuso la triste storia, non c’è stato alcun movimento. A questo punto la donna, che ormai ha preso a cuore l’episodio, ha scritto un nuovo post: “Inclusione sociale, percorsi di recupero,integrazione o gettiamo la chiave per i detenuti e gli ex-detenuti?
In una palestra di Agnone e’ stata negata la possibilita’ di fare attivita’ sportiva ad un ragazzo perche’ex-detenuto.Io cittadino di una presunta civilta’ civile, mi chiedo dove sono e che cosa fanno le istituzioni sindaco, giunta, servizi sociali,organizzazioni sindacali , per attivare quei percorsi previsti dalle leggi nazionali e Europee, per il reinserimento attivo di queste “persone”. Ad oggi il silenzio, quasi omertoso, delle istituzioni e’ l’unica risposta”
In un comunità grande o piccola che sia, è noto, che le vicende (anche le più private) tendano a diventare di dominio pubblico, talvolta modificate o ingigantite; ad ogni modo, da questa circostanza, sono due le cose che vengono fuori: da un lato la bontà e la generosità di una donna che prendono a cuore questioni che non la riguardano direttamente, dall’altro la chiusura mentale di alcune persone. Non è forse la legge che dovrebbe punire i colpevoli?
O si sta lentamente tornando all’inquisizione?