Agnone, un piccolo paese in Alto Molise, è da sempre legato a doppio filo alla storia del suo ospedale, il San Francesco Caracciolo. Un luogo che ha rappresentato per decenni un punto di riferimento fondamentale per la salute della comunità locale e dei paesi limitrofi. La salute è un bene primario, e, proprio per questo, la popolazione di Agnone e dei dintorni ha sempre manifestato grande attenzione verso i servizi sanitari offerti dalla struttura.

Purtroppo, negli ultimi anni, l'ospedale ha subito una continua progressiva riduzione dei servizi, con un vero e proprio smantellamento che ha lasciato molti cittadini nella impotenza per la oramai enorme difficoltà per l'accesso alle cure. Le promesse di riattivazione di alcuni servizi essenziali sono rimaste, fino ad oggi, parole non seguite da fatti concreti. Ciò nonostante, il ricordo di ciò che fu il San Francesco Caracciolo quando operava a pieno regime rimane un argomento quotidiano nelle conversazioni degli agnonesi e degli abitanti dei paesi limitrofi che, un tempo, vi accedevano per ricevere cure sanitarie.
Una delle storie più commoventi legate a questa struttura riguarda un episodio accaduto anni fa. Una signora, appena scesa da un autobus della famosa agenzia di Autolinee Cerella, stava tornando da Roma a Palmoli, il suo paese di residenza, dopo una visita specialistica per il figlio, a cui era stata diagnosticata una malformazione . Durante il percorso a piedi la donna, in preda alla preoccupazione per la salute del bambino, cadde svenuta per un mancamento dovuto al digiuno prolungato. La sua preoccupazione per il figlio aveva infatti causato una perdita totale di appetito.
Fortunatamente, la donna fu prontamente soccorsa e portata in ospedale, dove venne immediatamente assistita. In quegli anni, l'ospedale di Agnone era diretto da un chirurgo altamente stimato e competente, il Professor Ernesto Stangoni, che avrebbe fatto la differenza per la vita del bambino. Al piccolo venne diagnosticata una patologia gastrica e, dopo un'attenta valutazione, il Professor Stangoni decise di operarlo. La sala operatoria fu il luogo in cui il medico e la sua equipè, con dedizione e professionalità , rimase per un intero giorno e una notte, portando a termine l'intervento con successo. Il bambino, che all'epoca aveva pochi anni, uscì sano e salvo dall'operazione, grazie alle capacità del medico e alla qualità delle cure ricevute. Quel bambino oggi e' un uomo adulto di anni 78 si chiama Maiorini Alessandro, figlio di Michele Riccardo e di Luisetta Maria Cieri, defunti.

Maiorini Alessandro divenne un famoso ingegnere negli Stati Uniti. La sua famiglia, dopo il successo dell'intervento, decise di trasferirsi in America, come molti altri emigranti abruzzesi, molisani e del sud Italia, in cerca di un futuro migliore. La sua storia rappresenta non solo un segno tangibile della professionalità dell'ospedale di Agnone dell'epoca, ma anche la speranza e la resilienza di una comunità che non ha mai smesso di credere nel proprio ospedale, nonostante le difficoltà degli ultimi anni.
Questa storia è solo una delle tante che hanno legato i cittadini di Agnone al loro ospedale. La memoria di ciò che fu e la speranza che, un giorno, i servizi possano essere riattivati in pieno, continua a vivere nei cuori di chi ha beneficiato di quelle cure e di chi ancora sogna un futuro più forte per il San Francesco Caracciolo.
Nella foto copertina il prof Stangoni alle spalle dell'on Sammartino