Oggi, 17 maggio, il mondo celebra la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia (IDAHOBIT), istituita nel 2004 per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle discriminazioni e le violenze che colpiscono le persone LGBTQ+. La data scelta non è casuale: ricorda il 17 maggio 1990, giorno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ufficialmente rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali.

In circa 130 paesi, la ricorrenza è occasione per riflettere sul cammino ancora da compiere verso l’uguaglianza, la tutela dei diritti e il rispetto della dignità umana. In Italia, come nel resto d’Europa, la giornata è segnata da eventi culturali, manifestazioni pubbliche e campagne di sensibilizzazione, promosse da associazioni, scuole, enti locali e istituzioni.
Nonostante i progressi degli ultimi decenni, i dati ci ricordano che l’omolesbobitransfobia è ancora una realtà diffusa. Discriminazioni sul lavoro, in famiglia, nei media e nei luoghi pubblici continuano a rappresentare barriere quotidiane per molte persone LGBTQ+.
Celebrare il 17 maggio significa ribadire che ogni forma di odio e violenza basata sull’orientamento sessuale, sull’identità o sull’espressione di genere deve essere riconosciuta, contrastata e superata. È un impegno collettivo, che riguarda tutti.