In un caldo pomeriggio, proprio come oggi, il 5 luglio 2021, ci lasciava Raffaella Carrà, e con lei se ne andava una delle personalità più amate della cultura popolare italiana. La notizia arrivò come un fulmine a ciel sereno, con la discrezione che lei aveva sempre scelto.
Sono passati quattro anni da quel giorno, ma la sua presenza è ancora viva: nei ricordi, nella musica, nei sorrisi che sapeva accendere. Anche il Molise, terra riservata ma sensibile, oggi la ricorda con affetto e gratitudine.
Anche se non ci sono testimonianze certe di una sua visita nella nostra regione, Raffaella era una figura di casa. Le sue canzoni, le sue coreografie, i suoi programmi televisivi – da “Carràmba!” a “Pronto, Raffaella?” – sono entrati nelle case molisane come in quelle di tutto il Paese. Era la voce che univa generazioni, la donna che con un sorriso portava energia e coraggio anche nei borghi più piccoli e lontani.
La Carrà ha saputo essere artista, pioniera, icona, senza mai perdere l’umanità. E il suo stile riservato si è confermato anche nel momento dell’addio.
Pochi giorni prima della morte, già consapevole della malattia che non aveva voluto rendere pubblica, ha compiuto uno dei suoi ultimi gesti d’amore: ha donato la palestra di sua proprietà a Porto Santo Stefano, in provincia di Grosseto, alla Confraternita della Misericordia locale. Un atto notarile semplice, fatto senza clamore. L’intento era chiaro: far sì che quello spazio, dove si allenava in privato, diventasse luogo utile alla comunità.
Durante la pandemia, ha inoltre acquistato e donato un respiratore per la Rianimazione dell’Ospedale di Grosseto, contribuendo in silenzio a sostenere chi era in prima linea contro il Covid. Gesti concreti, senza riflettori, perfettamente in linea con il suo carattere.
Nelle sue ultime volontà, Raffaella aveva chiesto un funerale sobrio: una bara in legno grezzo, un’urna semplice e una cerimonia senza sfarzi, accompagnata solo dalla musica che amava. Anche nella morte ha scelto di essere sé stessa: essenziale, sincera, elegante.
A quattro anni dalla sua scomparsa, il Molise rende omaggio a una donna che, pur non essendo nata qui, è entrata nei cuori della gente. Perché la Carrà era molto più che una star: era una di noi, con i suoi balli, le sue lotte, la sua capacità di dare gioia.
In un’epoca di rumori e clamori, la sua eredità ci ricorda che il mondo si può cambiare anche in silenzio, con gesti gentili e profondi.
Ciao Raffaella. Continui a farci compagnia. Sempre.