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CGIL Molise: “Rilanciamo i Consultori Familiari, presidio laico di salute e libertà”

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I cittadini e le cittadine del Molise purtroppo sanno perfettamente cosa significa parlare di sanità pubblica nella nostra regione, hanno coscienza della condizione attuale perché vivono le conseguenze, spesso tragiche, sulla propria pelle e allora la sanità pubblica rientra tra quei temi che dobbiamo necessariamente portare avanti.

 Con coerenza e in linea con il presidio costante dei territori che abbiamo portato avanti per il referendum che ha rimesso al centro, innegabilmente, il lavoro e la necessità di una vita dignitosa per i lavoratori e le lavoratrici restiamo saldamente nei luoghi di lavoro e nelle piazza. Riparte con forza anche in Molise la mobilitazione per la difesa dei Consultori Familiari che devono tornare ad essere quei luoghi nel quale tutti i bisogni previsti dalla legge - nata da 50 anni dal 29 luglio 1975 al 29 luglio 2025 - che li ha istituiti vedono una risposta, dove deve essere garantita una presa in carico e nei quali devono essere garantite condizioni adeguate a chi ci lavora. La legge prevede 1 consultorio familiare ogni 20 mila abitanti invece sono 1 ogni 32 mila e la maggior parte dei quali non dispone di tutte le professionalità. In Molise neppure delle apparecchiature necessarie, abbiamo letteralmente quasi del tutto demolito luoghi preziosi di prevenzione, emancipazione e liberazione femminile. 

Siamo tutti e tutte meno al sicuro anche senza Consultori Familiari: questi sono i temi che dovrebbero farci parlare di insicurezza. Risorse che perdiamo sopratutto per le nuove generazioni che non avranno mai punti di riferimento fondamentali per azioni volte alla conoscenza e alla tutela della propria salute e che non avranno più spazi veri e propri di libertà. Oggi oltre a non esistere quasi del tutto in alcune realtà hanno di fatto affidato il servizio quasi esclusivamente al privato cattolico e questo non ci permette neppure di poter constatare una funzione laica quale invece dovrebbero avere. 

Vogliamo riportare i CF al loro ruolo originario per questo riteniamo necessaria portare avanti l’ azione negoziale nei confronti delle istituzioni e chiediamo di unirsi a noi per questa battaglia a tutto il personale operante nei consultori e non soltanto, alla cittadinanza, alla società civile, le reti associative e territoriali per la costruzione anche da noi della campagna di comunicazione e sensibilizzazione dal titolo ‘Consultori Familiari Pubblici: dove la cura incontra i diritti’. Gli obiettivi vogliono essere chiari e concreti: assicurare i livelli assistenziali previsti dalla normativa inserendo nel Fondo Sanitario nazionale un finanziamento aggiuntivo e vincolato per i consultori pubblici; 

assunzioni mirate per garantire equipe multidisciplinari; percorsi assistenziali e di presa in carico, anche psicologica e per tutto l’arco della vita; offerta gratuiti di tutti i metodi contraccettivi e di prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse; piena applicazione della Legge 194 e delle Linee di indirizzo del Ministero della Salute sull’interruzione volontaria di gravidanza con la possibilità di ricorrere all’IVG farmacologica fino alla 9° settimana; personale non obiettore di coscienza; impedire la presenza di associazioni e movimenti antiabortisti all’interno dei consultori; 

 Percorso Nascite per tutte le famiglie con neonati/a entro 7 giorni dalla nascita e per almeno 6 mesi: assistenza domiciliare, sostegno all’allattamento, supporto all’accudimento. Sono stati per anni una delle migliori esperienze del nostro Sistema Sanitario Nazionale, una presa in carico che non dipendeva dalla capacità economica di chi ne faceva accesso e devono tornare ad essere questo. 

Sabrina Del Pozzo - Segretaria confederale CGIL Molise Antonio Amantini - Segretario generale FP CGIL

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