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Cibo sprecato: più di cinque milioni di tonnellate di alimenti finiscono al macero

E in Molise le persone indigenti superano quota seimila

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SPRECHI ALIMENTARI: OGNI ANNO AL MACERO 5,5 TONNELLATE DI CIBO =
(AGI) - Chieti, 10 apr. - Sono 6 milioni le tonnellate di cibo
che ogni anno in Italia vengono prodotte in piu' per problemi
di natura estetica, o etichette sbagliate o perche' rimane
invenduto. Di queste, 5,5 finiscono al macero: si tratta del
cibo che non viene recuperato anche se buono, e viene
distrutto. Cifre che, se accostate a quelle dell'Istat relative
alla poverta' - in Italia sono 8,2 milioni le persone indigenti
- fanno rabbrividire. Sono alcuni dei dati contenuti nella
ricerca "Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari
come opportunita'", condotta dal Politecnico di Milano e dalla
Fondazione per la Sussidiarieta', in collaborazione con
Fondazione Banco Alimentare Onlus e Nielsen Italia, presentata
all'universita' "d'Annunzio" a Chieti, in un convegno promosso
dal Banco Alimentare dell'Abruzzo e Fondazione per la
Sussidiarieta', con il sostegno del Csv Pescara, e il
patrocinio della Regione Abruzzo e dell'universita'
"d'Annunzio" di Chieti-Pescara. Lo studio, primo nel suo genere
nel nostro Paese, e' stato realizzato dai docenti Paola
Garrone, Alessandro Perego e Marco Melacini, quest'ultimo
presente ad un convegno che ha acceso i riflettori su una
realta' poco conosciuta: la generazione dell'eccedenza nella
filiera che comprende agricoltura e allevamento, industria di
trasformazione, distribuzione, ristorazione, famiglie, e la
frequente trasformazione in spreco. Inoltre, sono state
studiate scientificamente le cause di questi processi, e
suggerite soluzioni per ridurle, a partire da esperienze
positive di imprese ed organizzazioni non governative.
    "L'eccedenza - ha detto Melacini - viene generata per vari
motivi: a monte, vi possono essere errori di previsione della
domanda, difetti qualitativi che riducano il valore percepito
del prodotto, anche in termini estetici, danneggiamenti nel
packaging e cosi' via. Oppure, nello stadio del consumo, vi
sono comportamenti come la bassa frequenza della spesa,
l'acquisto di confezioni non divisibili, gli acquisti di
impulso". (AGI)
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SPRECHI ALIMENTARI: OGNI ANNO AL MACERO 5,5 TONNELLATE DI CIBO (2)=
(AGI) - Chieti, 10 apr. - Non tutto lo spreco e' semplice da
recuperare, come nel caso dei pasti non consumati nella
ristorazione che richiedono una gestione del tutto particolare,
e cosi' la ricerca analizza anche i diversi livelli di
'fungibilita'', vale a dire di possibilita' di riutilizzo".
Proprio laddove e' possibile un recupero maggiore, come nel
caso delle aziende di trasformazione, sono stati implementati
sistemi di controllo piu' evoluti, anche se ancora oggi
solamente il 35,3% dell'eccedenza e' donato a food banks o enti
caritativi sparsi sul territorio, mentre ancora un 32,2% di
prodotti viene smaltito in discarica. I motivi alla base delle
diverse scelte aziendali sono diversi: valutazioni economiche,
rischi di immagine, modalita' di generazione dell'eccedenza,
carenze gestionali, caratteristiche degli operatori presenti
sul mercato. La ricerca, infine, suggerisce alcune possibili
evoluzioni: l'aumento della conoscenza delle caratteristiche e
dei benefici delle pratiche virtuose di recupero, una maggiore
collaborazione tra imprese e organizzazioni non profit nella
ricerca di soluzioni, il sostegno degli attori pubblici a chi
si impegna nella lotta allo spreco, e azioni indirizzate al
miglioramento dei comportamenti del consumatore, invitandolo ad
ottimizzare la propria spesa. All'incontro e' intervenuto anche
mons. Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, che citando
Sant'Agostino ha parlato di vanita' e verita' come categorie
per comprendere anche la crisi. "Serve una nuova sobrieta' - ha
detto - perche' consumiamo di piu' di quello che potremmo, e
sprechiamo molto. Consumismo, dunque, e' vanita', sobrieta' e'
verita'". L'arcivescovo ha poi parlato dell'egoismo che si
contrappone alla solidarieta' che ha ispirato una grande opera
come il Banco Alimentare, e infine dell'egocentrismo: "Dietro
lo spreco - ha detto - c'e' l'egocentrismo del disinteresse.
Verita' in questo caso e' scelta di responsabilita' etica.
Sobrieta', solidarieta' e responsabilita' come nuovo stile di
vita, per uscire da una situazione drammatica, aggravata anche
da una classe politica irresponsabile, incapace di dare un
governo all'Italia". (A

SPRECHI ALIMENTARI: DA BANCO ALIMENTARE 1.521 T. CIBO PER POVERI =
(AGI) - Chieti, 10 apr. - Nella nostra regione la realta' che
quotidianamente lavora con le imprese per recuperare cibo buono
ma destinato al macero e' il Banco Alimentare dell'Abruzzo, che
fa parte della Rete nazionale dei Banchi Alimentari coordinata
dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus. L'anno scorso ha
raccolto 1.521 tonnellate di prodotti, e li ha donati a
migliaia di poveri mediante tantissimi enti convenzionati.
Quest'anno, il Banco aiuta un numero davvero impressionante di
persone indigenti in Abruzzo e Molise: ben 44.432 (38.254 in
Abruzzo, 6.178 in Molise) mediante 252 enti convenzionati (211
in Abruzzo, 41 in Molise), cifre ancora una volta aumentate
rispetto all'anno precedente, quando sono state assistite
38.829 persone (33685 in Abruzzo, 5.104 in Molise).
    All'incontro di Chieti sul tema Dar da Mangiae agli
affamati. Le ecedenze alimentari come opportunita'", che si e'
svolto a Chieti, c'era anche Luigi Nigliato, presidente del
Banco Alimentare dell'Abruzzo, mentre il Governatore Gianni
Chiodi ha inviato un suo messaggio.  La professoressa Anna
Morgante, ordinario di Tecnologia dei cicli produttivi
dell'Universita' "D'Annunzio" di Chieti-Pescara, ha ricordato
come "lo spreco e' immorale, in tutti i settori produttivi e'
possibile evitarlo, con grande beneficio anche dell'ambiente".
Da parte sua, Mattia Perelli, direttore Ipermercato Auchan
Pescara Aeroporto, ha raccontato come "stia cambiando
l'approccio del consumatore, molto piu' attento. La grande
distribuzione si sta avvicinando ai produttori locali, per
minimizzare i costi e i trasporti, e si sta impegnando per
recuperare il piu' possibile, ma ci sono problemi oggettivi.
Rispetto a paesi come la Francia, che ha una grande esperienza
logistica, siamo molto indietro". Infine, Marco Lucchini,
direttore generale Fondazione Banco Alimentare Onlus, ha
ricordato che "questa realta' non nasce per risolvere tutti i
problemi, che sono enormi. Piccoli passi costruiscono il bene
di tutti. C'e' una filiera agroalimentare, ma c'e' anche una
filiera della solidarieta'. Rispondere a questo compito e' il
nostro compito. Noi come Banco facciamo in modo che la
solidarieta' possa funzionare al meglio. Io mi domando ogni
giorno se per caso abbiamo fallito, visto che i poveri sono
aumentati. No, non abbiamo fallito, ma abbiamo dato un
contributo. Il cibo e' un dono, che va rispettato, e che ci
ricorda che qualcuno ci vuole bene. Il povero, cosi', si sente
accolto. Tutti insieme possiamo fare ancora piu' strada
insieme". (AGI)

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