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Piano sanitario Basso-Rosato, Comune di Agnone ricorrerà al Tar per Caracciolo

E' quanto deciso ieri sera durante l'incontro convocato dall'amministrazione Carosella

redazione
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AGNONE. La strada del ricorso al Tar contro il piano sanitario Basso-Rosato. E’ quanto emerso durante l’incontro svolto ieri sera in Comune che come tema aveva i tagli al San Francesco Caracciolo. L’incontro, convocato dall’amministrazione Carosella, ha visto la presenza delle minoranze, dei responsabili dell’Articolo 32, del comitato civico ‘Il Cittadino c’è’, dei sindacati, dei ‘Dissidenti’, del responsabile della pastorale sanitaria diocesana e di semplici cittadini. Primo passo da compiere è il coinvolgimento dei 23 sindaci della zona a cavallo tra l’Alto Molise e l’Alto Vastese compresi i primi cittadini di Trivento e Frosolone, che già in un recente passato hanno dato piena disponibilità .

“Il ricorso al Tar Molise – ha detto Armando Sammartino dell’Articolo 32 – non deve essere visto come uno strumento di aggressione ma di difesa a tutela della sanità pubblica delle aree interne che si trovano a fare i conti con una pesante crisi economica nonché soppressione di servizi essenziali che minano la sopravvivenza di un’intera area troppo spesso dimenticata dalla classe politica”.

Nel ribadire che il piano Basso-Rosato riconosce all’ospedale di Agnone la peculiarità di “area disagiata”, il sindaco Michele Carosella ha sottoposto all’attenzione dei presenti di valutare attentamente l’eventualità di un ricorso al Tar Molise.

“Il documento redatto da Basso e Rosato per quel che concerne l’ospedale di Agnone contiene troppi punti oscuri – ha detto il consigliere di minoranza Gelsomino De Vita – mi riferisco in particolare a ciò che concerne l’emergenza – urgenza,  il blocco chirurgico, l’assistenza pediatriaca e il laboratorio Analisi. Non pretendiamo la luna, o meglio – ha proseguito De Vita – posti letti in più di quelli che ci spettano, ma vogliamo una struttura sicura capace di agire h24 come del resto lo è stata fino ad oggi. Siccome nell’ultimo documento non intravediamo tutto ciò restiamo dell’avviso che il ricorso al Tar sia l’unica soluzione percorribile per far valere i nostri diritti”.

Dello stesso avviso Gaetano Mastronardi e Lorenzo Marcovecchio, entrambi consiglieri di opposizione.

“Non impugnare il documento davanti ad un organo amministrativo è un rischio che non possiamo permetterci – hanno detto – purtroppo il passato insegna che non bisogna fidarsi, d’altronde qui si parla della salute dei cittadini che non ci perdonerebbero per nessuna ragione al mondo un eventuale passo falso”.

Amedeo Chiantese, ex assessore al Comune di Agnone e portavoce del gruppo dei ‘Dissidenti’, prima di parlare di ricorso al Tar ha chiesto a gran voce la convocazione ad Agnone del presidente della giunta regionale Paolo Di Laura Frattura.

“Se è vero che sono stati i tecnici a redigere il piano sanitario – ha articolato Chiantese – è pur vero che sarà solo la politica a decidere come funzionerà l’ospedale di Agnone. Senza un confronto diretto con il presidente Frattura, che in più occasioni ha sottolineato di tenere a cuore le sorti del Caracciolo, parliamo del niente”.

Alquanto scettici sul ricorso al Tar Molise sono apparsi Salvatore Carosella, sindacalista Rsu Fp Cigl, gli assessori comunali Marco Mendozzi, Giuseppe Attademo nonché il vice sindaco, Maurizio Cacciavillani, che comunque si sono rimessi alla volontà dell’assemblea.

Da quanto emerso per impugnare il piano sanitario si avrà tempo sessanta giorni dalla pubblicazione ufficiale sul bollettino della Regione Molise. Il che vuol dire fino al 20 maggio considerato che il documento è stato pubblicato il 20 marzo.
 

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