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Trump dichiara guerra alla pasta italiana: dagli Stati Uniti maxi-tariffa del 107% dal 2026.

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Prosegue la guerra commerciale dell'Amministrazione Trump contro il Made in Italy. Questa volta ad essere colpito è uno dei suoi settori più forti, ovvero quello della pasta. Il Dipartimento del Commercio americano, infatti, ha accusato le aziende italiane del settore di dumping (l'esportazione di merci a prezzi molto più bassi di quelli praticati sul mercato interno o su un altro mercato, oppure addirittura sotto costo) e, di conseguenza, imposto una tariffa del 91,74%, in aggiunta al 15% già in vigore, facendo salire l'imposizione complessiva sul prodotto a quasi 107%. Quando potrebbe scattare il nuovo "super-dazio"? Probabilmente a partire da gennaio 2026. Immediata è arrivata la reazione dell'ambasciata italiana a Washington, oltre che dei ministeri degli Affari esteri e dell'Agricoltura, già attivati per tentare di far cambiare idea al dipartimento del Commercio americano prima della sua entrata in vigore.

Tra le tredici società coinvolte figura anche ‘La Molisana’, insieme a Garofalo, Barilla, Rummo, Sgambaro, Pastificio Cocco, Agritalia, Liguori e altre realtà del settore. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, nella comunicazione preliminare riferita al periodo 1° luglio 2023 – 30 giugno 2024, afferma di aver “determinato margini di dumping medi ponderati stimati pari al 91,74%” per le imprese esaminate, tra cui ‘La Molisana Spa’ e ‘Pastificio Lucio Garofalo Spa’.

 

Per alcune aziende con impianti produttivi già presenti negli Stati Uniti, come Barilla, l’impatto potrebbe essere più contenuto, ma per gran parte dei produttori italiani il rischio è di essere esclusi da uno dei mercati più importanti al mondo.

LE REAZIONI. Una decisione che, se confermata, avrebbe effetti pesantissimi sull’export italiano e sul comparto agroalimentare. “Sarebbe un colpo mortale per il made in Italy – ha commentato Coldiretti – che raddoppierebbe il costo di un piatto di pasta per le famiglie americane, aprendo la strada alle imitazioni e penalizzando i produttori autentici”. Durissimo anche il commento del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida: “Si tratta di un meccanismo iperprotezionista del quale non vediamo né la necessità né alcuna giustificazione”.

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