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Un filo di luce per Ahmed: Agnone si stringe al giovane padre egiziano in lotta per la vita

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Ahmed, 42 anni, padre di cinque figli e originario dell’Egitto, da tempo risiede presso il Centro di Accoglienza Straordinaria di Agnone, gestito dalla Hator SAS. La sua famiglia — la moglie, i bambini e i parenti — vive ancora nel suo Paese d’origine, mentre lui ad Agnone aveva costruito una quotidianità fatta di lavoro, fatica e dignità, impiegato presso un’officina meccanica del territorio.

Il 17 novembre la sua vita è stata sconvolta da un grave incidente sul lavoro. Mentre tentava di riparare un componente di una bisarca in avaria, qualcosa non è andato come avrebbe dovuto: il pezzo del mezzo pesante si è improvvisamente abbassato, schiacciandolo. Le cause e la dinamica esatta dell’incidente sono tuttora al vaglio delle autorità competenti, ma fin dai primi istanti è apparso chiaro che le condizioni di Ahmed fossero estremamente critiche.

Trasportato d’urgenza all’ospedale Cardarelli di Campobasso, è stato subito sottoposto a un delicato intervento chirurgico e ricoverato in terapia intensiva. Da allora lotta, giorno dopo giorno, tra fragilità e resistenza, in condizioni definite critiche ma stabili.

Oggi, però, qualcosa ha scaldato i cuori di chi gli vuole bene. Gli operatori del CAS, durante le brevissime visite consentite, hanno raccontato di aver trovato Hamed ancora molto provato, ma con gli occhi aperti. Osservava ciò che lo circondava e, soprattutto, sembrava riconoscerli: i suoi occhi si illuminavano alla loro presenza, un gesto lieve ma potentissimo, capace di portare speranza dove da giorni regnavano paura e incertezza.

Certo, le loro impressioni non possono sostituire un bollettino medico ufficiale — ma quel piccolo segnale è bastato ad aprire uno spiraglio, una possibilità, un respiro di fiducia.

A Ahmed arriva in queste ore un abbraccio corale dalla comunità agnonese, che segue con apprensione ogni aggiornamento e che attende, con il fiato sospeso, di poterlo rivedere sorridere e, un giorno, ritornare ai suoi bambini. Un’intera città è con lui, stretta in un’unica, grande preghiera di speranza.

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