Esprimo la piena, convinta e non formale solidarietà al Sindaco di Isernia per la battaglia che sta conducendo in difesa dell’Ospedale “Veneziale”, presidio sanitario imprescindibile per l’intera provincia e per le aree interne dell’Alto Molise. Di fronte al rischio ormai concreto di un grave ridimensionamento dell’ospedale provinciale, desta forte preoccupazione — e suscita profonda indignazione — l’atteggiamento della dirigenza Asrem, che continua a sottrarsi alle proprie responsabilità gestionali e strategiche, rifugiandosi in una narrazione tanto comoda quanto inaccettabile: quella della presunta “scarsa attrattività” della città di Isernia. Si tratta di un argomento pretestuoso e offensivo per un intero territorio, che maschera anni di scelte sbagliate, di mancata programmazione, di carenze croniche di personale e di assenza di una reale strategia di rilancio della sanità pubblica. È troppo facile — e francamente inaccettabile — addossare le colpe ai territori quando chi è chiamato a governare il sistema sanitario rinuncia al proprio ruolo e abdica alle proprie funzioni
. L’attrattività di un ospedale non è una variabile naturale né un destino inevitabile: è il risultato diretto delle decisioni assunte da chi lo amministra. Se oggi l’Ospedale di Isernia è in difficoltà, ciò è conseguenza di precise responsabilità dirigenziali e politiche, non certo della città o dei suoi cittadini. Il Veneziale non è un ospedale di serie B né può essere trattato come un presidio sacrificabile. È un ospedale provinciale che serve un’area vasta, fragile e montana, dove il diritto alla salute non può essere subordinato a logiche ragionieristiche o a comode giustificazioni burocratiche.
Sostenere l’azione del Sindaco di Isernia significa difendere il diritto alle cure di migliaia di cittadini. Chiediamo con forza alla Regione Molise e alla dirigenza Asrem di interrompere immediatamente questo pericoloso scaricabarile e di assumersi fino in fondo la responsabilità delle proprie scelte, invertendo la rotta con atti concreti: assunzioni, investimenti, potenziamento dei servizi e rispetto del ruolo dell’ospedale provinciale. Ogni ulteriore tentativo di ridimensionamento rappresenterebbe un colpo durissimo non solo alla sanità pubblica, ma alla credibilità delle istituzioni.
Su questo tema non sono più tollerabili silenzi, ambiguità o rinvii. La difesa dell’Ospedale di Isernia è una battaglia di civiltà. E come tale va combattuta, senza alibi e senza compromessi.
