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Elezioni per l'ordine dei giornalisti: in meno si vota e meglio è

Meccanismi medievali ostacolano la partecipazione degli iscritti

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Un'elezione che interessa a pochi e alla quale partecipano in pochissimi.

In questi giorni i giornalisti di Abruzzo e Molise votano per eleggere i rappresentati della categoria in seno al Consiglio regionale dell’Ordine, i Revisori dei conti e i quattro componenti del Consiglio nazionale. Posizioni ambite, soprattutto quelle di respiro nazionale, per i piccoli o grandi privilegi che ne derivano.

Tralasciando il discorso sull'effettiva utilità dell'ordine dei giornalisti o di qualsiasi altro anacronistico ordine di stampo corporativo, ciò che va sottolineato è la scelta di meccanismi medievali per la raccolta del voto: l'impossibilità di poter votare in altro modo se non recandosi fisicamente in uno dei pochissimi seggi attivati nelle due regioni. Una scelta che di fatto non favorisce la partecipazione al voto, anzi la affossa. E magari è proprio questo l'intento di qualcuno.

Per l'Abruzzo, ad esempio, sono stati istituiti due seggi elettorali funzionanti, con gli stessi orari e modalità, uno a L’Aquila presso la sede dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo e l'altro a Pescara nei locali dell’Associazione Stampa Abruzzese. Stop. Hanno esercitato il proprio diritto di voto nel seggio de L’Aquila gli elettori residenti nelle province di L’Aquila e Teramo; nel seggio di Pescara gli elettori residenti nelle province di Pescara e Chieti. Ieri, ad esempio, ho ricevuto una telefonata da un collega. Mi chiedeva di votare per lui. Legittima richiesta alla quale ho risposto che lo avrei fatto volentieri, in linea teorica, se solo avessi preso la macchina e da Schiavi di Abruzzo, dopo quasi due ore di strada, avessi raggiunto il seggio di Pescara. Ovviamente non sono andato a votare, primo perché, pur essendo regolarmente iscritto, reputo l'ordine dei giornalisti un anacronistico carrozzone da abolire; secondo perché avrei impiegato due ore ad andare a Pescara e due ore per tornare, dovendo anche spendere i soldi per benzina (anzi il gas perché anche la mia antovettura è ecologica, ndr) e autostrada. Prevedere un seggio a Vasto, ad esempio, troppo complicato? Domanda all'ordine dei giornalisti: ma è possibile che nel 2013, in piena era digitale, quando si fa tutto on line, non si possa trovare un altro modo per esprimere un voto? Votare per email troppo complicato per noi giornalisti? E anche per posta ordinaria, come fanno altri ordini professionali, pare non si possa. Perché? La domanda nasce spontanea. E il dubbio che si insinua è che magari non si introducano modalità di raccolta del voto più semplici, moderne e veloci proprio per scoraggiare la partecipazione. In tal modo a votare andranno sempre i soliti, i più interessati, una ristretta cerchia di colleghi che poi, ovviamente, si spartirà i vari incarichi e le varie poltrone. Ripeto, a me non interessa più di tanto. Fosse per me abolirei l'ordine domani mattina. Era solo per dire che, pur avendo diritto ad esprime un voto perché regolarmente iscritto all'inutile ordine dei giornalisti, non sono stato messo in condizione di farlo. Gli ostacoli alla partecipazione al voto, qualunque voto, andrebbero rimossi, in nome del pluralismo e della democrazia. O queste regole valgono per tutti, ma non per i giornalisti? 

 

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