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L'autodidatta Domenico Meo si racconta ad altomolise.net

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AGNONE - Qualche giorno fa Altomolise.net ha parlato di uno dei più preparati agnonesi in campo di cultura popolare e di linguaggio: Domenico Meo. Casualmente noi lo abbiamo incontrato e, parlando dell’evento che lo vedrà protagonista il prossimo 16 maggio, abbiamo deciso di porgli qualche domanda. In realtà, è bastato fargliene solo una e Domenico, come un fiume in piena, ha iniziato a raccontarsi ai microfoni della nostra testata: Domenico, ad Agnone tutti ti conoscevano, naturalmente; con il tempo, però, hai  fatto conoscere un altro aspetto di te portando alla luce le tue profonde conoscenze che in molti invidiano; ci siamo sempre chiesti: tutto quello che sai, è frutto di studi scolastici, magari universitari o…
Non facciamo in tempo a terminare la domanda che, come dicevamo prima, Meo attacca: “Tutto quello che so, l’ho appreso da autodidatta. Ho frequentato l’Istituto Tecnico perché i miei genitori ritennero essere la scelta più giusta in vista di un futuro lavorativo più florido. Ciononostante ho sempre nutrito una passione per le materie letterarie e sono sempre stato interessato riguardo la storia di Agnone. Noi siamo una popolazione che proviene da una tradizione artigianale e popolare secolari, con una storia millenaria e naturalmente tutto ciò ha contribuito a creare una cultura ricca che si è radicata nel tempo. Al giorno d’oggi, purtroppo, parte di questo bagaglio rischia di andare perduto ed io mi prodigo per far si che venga conservato. In qualche modo mi sento come l'ultimo artigiano In quest’ottica hanno visto la luce le mie precedenti opere nonché il mio ultimo lavoro come curatore, motivo dell’appuntamento del 16 maggio nei locali dell’Oratorio Giovanni Paolo II, è il risultato di un lungo studio fatto a casa. Ho una biblioteca personale ricchissima; mi piace davvero tanto leggere e apprendere da libri scritti da autori di un certo tipo e quindi continuo, ancora oggi, a studiare e studiare e di conseguenza mi piace condividere queste conoscenze. Come fare? Sapevo scrivere ed ho pensato di usare questa mia capacità per diffondere ciò che conoscevo; come detto prima, preservare la nostra cultura.”

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