La proposta, oltre che indecente, è anche irricevibile.
Il Movimento 5 stelle risponde, per bocca della consigliere regionale Patrizia Manzo, alla richiesta di aiuto lanciata da queste colonne in favore di un'azienda molisana, una piccola azienda molisana che rischia di chiudere. L'azienda in questione non produce polli, né zucchero, né abiti, né mozzarelle, ma un giornale. Decine di giornalisti, quasi tutti precari, hanno lavorato per anni, con compensi ridicoli, per assicurare l'uscita in edicola, per oltre ottocento volte, alla testata I FATTI DEL NUOVO MOLISE. La crisi ora sta mettendo seriamente in forse la sopravvivenza di quel giornale. Ecco allora l'idea: chiedere al M5S un aiuto, i risparmi derivanti dall'indennità di carica non percepita completamente dai due consiglieri regionali eletti.
La proposta indecente, evidentemente una provocazione, ha suscitato un acceso dibattito in rete e alla fine è giunta anche la risposta della consigliere Manzo.
Testualmente: "Mi dispiace per questa proposta indecente ma come è ben noto, il MoV chiede l'abolizione dei finanziamenti pubblici ai giornali ma, ad eccezione di questo particolare, noi abbiamo già fatto un sondaggio tra i cittadini e le proposte sono: microcredito, diritto allo studio e associazioni di volontariato".
Perfetto, lo sapevamo già , i grillini sono contro il finanziamento pubblico ai partiti. Ne prendiamo atto e ringraziamo comunque la consigliere Manzo per aver preso in considerazione la nostra proposta indencente e per aver gentilmente risposto. Altri politici molisani, pure interpellati, non rispondono mai.
In realtà l'intento della proposta indecente era un altro, precisamente questo: mettere in luce come la classe politica regionale, da destra a sinistra, passando per il M5S, se ne freghi di un giornale in difficoltà che sta per chiudere. Una voce in meno, più o meno libera che sia, più o meno autorevole, più o meno condivisibile, è comunque un vulnus alla libera espressione del pensiero. Se chiude un giornale, qualunque esso sia, la democrazia in Molise sarà ancor più debole.
L'obiezione emersa con maggiore insistenza dalla rete è questa: anche il giornalismo risponde alle logiche del mercato; se quel giornale non vende è giusto che chiuda.
Perfetto, ma proprio perché un giornale è un prodotto come un altro (ammesso che sia vero, ndr), come un caciocavallo ad esempio, non si comprende perché se a fallire è un'azienda che produce beni commestibili la politica regionale debba intervenire, mentre se a puttane finisce una testata giornalistica la stessa classe politica può lavarsene completamente le mani.
Chi in Molise vende polli, zucchero o vestiti, ad esempio, non risponde alle logiche del mercato? Certo. E allora perché la politica aiuta quelle imprese in difficoltà ? Se aiuta quelle, e giustamente a nostro avviso, dovrebbe aiutare anche chi non produce zucchero, ma notizie su un pezzo di carta che finisce in edicola tutte le mattine. Perché alla fine i lavoratori sono gli stessi e hanno stessa dignità , sia che confezionino un abito, sia che realizzino un prodotto intellettuale, un giornale appunto.