Le famiglie hanno lasciato i paesi per trasferirsi in città
La distanza è l’elemento decisivo. Crescono i paesi vicini.
Il fenomeno della concentrazione della popolazione nelle città ha ormai caratteristiche mondiali. È accertato che pur se la qualità della vita è migliore nei piccoli centri la città con tutte le possibilità che offre, di lavoro, di divertimenti, di servizi pubblici e altro, attira la popolazione e difficilmente coloro che prendono la decisione di trasferirsi tornano indietro.
Nel piccolo Molise, dove esistono piccole città, la stessa Campobasso, nostro capoluogo di regione, con i suoi 48 mila 747 abitanti, registrati nel censimento del 2011 è da considerare una piccolissima città. Basti pensare che ha una popolazione inferiore a quella di Scafati e Battipaglia, cittadine della Campania, e di Bisceglie della Puglia. Eppure il fenomeno dell’urbanizzazione si conferma in pieno ed è stato registrato chiaramente a livello statistico. Nei cento anni trascorsi tra il censimento del 1911 e quello del 2011 la popolazione regionale si è ridotta da poco più di 396 mila a 313 mila 660 unità, cioè 82 mila 410 abitanti hanno lasciato il Molise e si sono trasferiti altrove. Questo fenomeno appare tanto più preoccupante in quanto negli stessi 100 anni la popolazione italiana è aumentata di 23 milioni e 600 mila unità in valore assoluto, che vuol dire un incremento di quasi il 66%.
Nello stesso periodo e in presenza di questo forte contrasto di andamenti cosa è successo alle maggiori città molisane di allora? Un certo numero ha avuto una forte crescita come Termoli, Campobasso, Venafro e Isernia nell’ordine, seguite, con aumenti più contenuti, da Bojano e Montenero di Bisaccia. Dal 1911 al 2011, infatti, la popolazione di Campobasso è cresciuta di 31.956 unità, che rappresentano il 190,32% rispetto ai 16.791 abitanti del 1911; la popolazione di Termoli è aumentata di 27.238 unità, che rappresentano il 490,33% rispetto ai 5.555 abitanti del 1911; la popolazione di Isernia ha avuto un incremento di 12.305 unità, che rappresentano il 126,59% rispetto ai 9.720 abitanti del 1911; la popolazione di Venafro ha avuto un aumento di 6.359 unità che rappresentano il 130,39% rispetto ai 4.877 abitanti di cento anni prima.
Bojano che nel 1911 aveva 6.439 abitanti è arrivata a7.496 con un aumento di 1.507 abitanti (+23,40%); Montenero di Bisaccia che aveva 5.672 abitanti è arrivato a 6.649, con una aumento di 977 unità (+17,22%).
Mentre aumentava la popolazione in queste piccole città, nonostante la riduzione complessiva degli abitanti nella regione, in molti altri centri si è verificato il fenomeno opposto: lo spopolamento. Cioè all’emigrazione verso l’esterno si è sommato il trasferimento di molti nuclei familiari verso le città molisane. Altre cittadine, infatti, hanno avuto sensibili riduzioni di abitanti, ad esempio Agnone, che nel 1911 era la seconda città del Molise, dopo Campobasso, ed aveva 10.106 abitanti; al censimento del 2011 ne ha registrati soltanto 5.240 con una riduzione del 48,15%; quasi la stessa sorte è toccata a Riccia che da 8.061 abitanti si è ridotta a 5.403, con una diminuzione del 32,97%; mentre è rimasta quasi stabile Larino che da 7.310 abitanti è passata a 7.142, con una diminuzione di appena il 2,3%. Bagnoli del Trigno ha avuto una riduzione di abitanti addirittura dell’81,41%, passando da 4.153 abitanti agli attuali 772; Capracotta ha subito una riduzione del 77,74%, passando da 4.268 a 950 abitanti; Castelmauro ha subito una riduzione del 69,20%, passando da 5.318 a 1.638 abitanti; Casacalenda ha subito una riduzione del 68,27%, passando da 6.955 a 2.207 abitanti; Sepino ha registrato una riduzione del 63,39%, passando da 5.427 a 1.985 abitanti. Decrementi meno forti hanno avuto Frosolone con il 39,33%, passando da 5.365 a 3.255 abitanti, e Guglionesi, con il 7,5%, passando da 5.891 a 5.449 abitanti.
Lo spopolamento, tuttavia, ha colpito principalmente i piccoli paesi, quelle realtà che hanno sempre rappresentato le basi fondamentali delle tradizioni e della cultura molisane. Senza quelle un popolo perde inevitabilmente la sua identità.
Così vediamo che nei cento anni di censimenti ben 9 paesi in provincia di Campobasso hanno avuto una riduzione della popolazione superiore all’80% e 12 superiore al 70%, mentre complessivamente ben 50 paesi hanno subito una riduzione superiore al 50%.
In provincia di Isernia solo 4 paesi hanno avuto una riduzione superiore all’80%, 13 superiore al 70% e 34 complessivamente superiore al 50%
Ma l’altra cosa interessante da osservare è la posizione geografica occupata nelle due province molisane e l’altitudine dei paesi che hanno fatto registrare i più forti decrementi della popolazione ed anche di quei pochi che hanno avuto aumento di abitanti. Nella provincia di Campobasso i paesi che hanno avuto calo di abitanti superiore al 70 e all’80% non hanno una particolare altitudine, la maggior parte è ben al di sotto degli 800 metri, si trovano invece tutti ad una sensibile distanza dalle due città più grandi, come dimostra la piantina. La conferma si ha proprio dall’altra piantina, esaminando la posizione territoriale dei comuni che hanno avuto un aumento demografico. Questi sono soltanto 7; Tra essi troviamo: Campomarino, Campodipietra, Ferrazzano, Petacciato, Ripalimosani, Portocannone e San Giacomo degli Schiavoni. Quelli che hanno avuto un aumento di abitanti soltanto negli ultimi 30anni sono appena 6: Matrice, Mirabello Sannitico, Oratino, San Martino in Pensilis, San Massimo e Vinchiaturo. Sono tutti vicinissimi alle città maggiori della Provincia, Campobasso e Termoli; fa eccezione San Massimo che tuttavia confina con Bojano.
Per la provincia di Isernia valgono ancora le considerazioni fatte per Campobasso, ma con delle differenze perché è vero che lo spopolamento si è verificato nei comuni distanti dai centri maggiori però con delle eccezioni: quelle di Forlì del Sannio, confinante con Isernia, e Conca Casale, confinante con Venafro. Inoltre sembra che anche l’altitudine dei comuni abbia avuto una certa importanza nelle decisioni di trasferimento, dato che appare coinvolto quasi tutto l’Alto Molise ed i paesi aggrediti dallo spopolamento più forte sono in larghissima maggioranza al di sopra degli 800 metri. Anche in provincia di Isernia si conferma che i paesi che hanno registrato un aumento di popolazione nei cento anni sono essenzialmente quelli vicini alle maggiori città, tra questi figurano: Pesche, Pozzilli, Montaquila, Fornelli e abbiamo aggiunto un paese che ha avuto piccolissima diminuzione come Sesto Campano. Tra i paesi che hanno avuto aumento di popolazione soltanto negli ultimi 30 anni sono nell’ordine: Sant’Agapito, Pettoranello del Molise, Macchia d’Isernia, Colli a Volturno, Carpinone e Santa Maria del Molise.
Possiamo concludere che la lontananza dalla città, a causa della insufficienza delle strade e dei servizi di trasporto, è elemento fondamentale nella decisione di trasferimento. Il fenomeno naturalmente ha fortemente impoverito i paesi delle loro migliori risorse intellettuali e lavorative provocando forte invecchiamento della popolazione, drastica riduzione delle nascite, chiusura di scuole, riduzione perfino dei servizi sociali e sanitari.
Un timido tentativo di reagire al processo in corso è rappresentato dalla costituzione del Consorzio ASSO MAB al quale aderiscono la Regione, l’Università del Molise e sette paesi: Carovilli, Chiauci, Pescolanciano, Pietrabbondante, Roccasicura, San Pietro Avellana e Vastogirardi. L’obiettivo è di ottenere il riconoscimento dell’UNESCO quale “Area di Sviluppo Sostenibile” delle riserve “Man And Biosphere” allo scopo di valorizzare tutto il territorio di questi comuni ed avviare una politica di sviluppo basata sul turismo.
Nei cento anni rappresentati dai censimenti questi sette paesi hanno perso ben il 66,8% della popolazione complessiva e negli ultimi trent’anni il 26,18% dimostrando che la tendenza non ha avuto alcun rallentamento, anzi un’accelerazione.
Questo tentativo, mentre è encomiabile da un punto di vista generale, se guardato sotto l’aspetto pratico è estremamente deludente dal momento che nei sette anni dalla costituzione non ha prodotto alcun risultato concreto.