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Ateleta, cittadini in protesta contro la Saca. Lo scandalo del deposito cauzionale.

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Ateleta - Disagi per la popolazione a causa della convocazione di S.A.C.A (Servizi Ambientali Centro Abruzzo), la società per azioni che si occupa della gestione delle risorse idriche. Decine di cittadini, prevalentemente anziani, infatti, sono stati costretti a file stressanti nella casa comunale con la piena consapevolezza di subire l’ennesima trappola dell’apparato burocratico. Situazioni poco chiare e discutibili, secondo questi, in un clima di assoluta indignazione.

Due le questioni che non sono chiare a nessuno. 

Perché si deve pagare il deposito cauzionale di 50 o 100 euro, a seconda che si tratti di utenze domestiche o di “altra tipologia” (tra cui stalle, porcilaie, attività commerciali ecc.)?

Secondo Saca, le somme sono rimborsate alla cessazione del rapporto contrattuale. I residenti, dunque,  chiedono di sapere qual’ è quel caso d’interruzione di un’utenza idrica da parte di chi vive quotidianamente a casa sua.

E poi, udite, udite, la sospensione del deposito cauzionale viene attuata, solo se “Attivi il pagamento Rid bancario”.

Scusi, Saca, perché costringere un pensionato ad aprire un conto bancario per consentirgli di risparmiare una spesa superflua, e forse, illegale? Inutile, per non dire, offensivo alla propria intelligenza, spiegare a qualche impiegato della società che quei consumi anomali mai registrati precedentemente sono stati causati da una perdita di un tubo interrato del bagno o della cucina.  Non bastano  le perizie giurate dei tecnici.

La questione acqua da anni investe l’intera Penisola. Michele Di Franco, cittadino di Ateleta, molto attento alle tematiche sociali è voluto intervenire sull’argomento con Altomolise.net: “Alcuni anni fa sono stati indetti i referendum sulla privatizzazione dell’acqua pubblica, e nell’ Alto Sangro ho personalmente raccolto oltre le 2500 firme. Solo ad Ateleta ho ottenuto oltre 250 adesioni. Un quarto della cittadinanza si era già espresso chiaramente su quali fossero i sentimenti legati alle risorse idriche – aggiunge l’ateletese - e quella che ho condotto è stata una battaglia di dignità sociale, alla quale nessun amministratore avrebbe dovuto sottrarsi. Il futuro programmatico degli anni a seguire dovrà essere incentrato sul valore della montagna e delle sue risorse, le stesse risorse che abbiamo deciso di lasciare. Il futuro dei nostri ragazzi – continua Di Franco - sta subendo un attacco istituzionale senza precedenti, sottraendo loro risorse fondamentali per la vita stessa dei comuni. Non tutte le normative sono facilmente digeribili – conclude  - ed è per questo che bisogna essere ancora più tenaci, proprio per la tutela del nostro territorio, a rischio di scontrarsi con la legge”.

Infatti, è stato il Dlgs l'art. 148 del  152/06 ad imporre ai comuni con popolazione inferiore ai 1000 abitanti, l’obbligo della gestione delle risorse idriche all’ allora A.T.O. (Ambito Territorale Ottimale). Il parametro oggetto della contestazione, secondo Di Franco “non ha nessuna rilevanza ai fini gestionali per i comuni di circa 1000 abitanti”.

Come dargli torto?

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