«È grave che la Regione Campania promuova una Conferenza di Servizi per far installare decine di pale eoliche nel Sannio, nella Valle del Tammaro al confine con il Molise, in contrasto con il Decreto Legislativo n. 387/2003 nella parte in cui impone il coinvolgimento nel procedimento della Regione Molise e della Direzione del MIBAC Molise, come si evince dall’allagata nota del Ministero dei Beni Culturali. Ed è ancora più grave che una nota ufficiale del 14 ottobre scorso ed una diffida trasmessa questa mattina dalla Regione Molise non vengano prese in considerazione aprendo un conflitto amministrativo incomprensibile e da evitare. La Regione Campania pensi a salvare Pompei anziché promuovere dubbie conferenze di servizi che mettono a rischio la Città sannitico-romana di “Saepinum–Altilia”, Aal confine con il Molise».
Con queste dure parole il vicepresidente della Regione Molise, Michele Petraroia ha espresso la propria contrarietà riguardo al progetto eolico di Morcone (provincia di Benevento) il 22 marzo scorso in occasione della conferenza dei servizi. Il parco sorgerà a pochi chilometri dal sito archeologico di Sepino e dal Regio Tratturo Pescasseroli – Candela, millenaria via di collegamento che collega la Puglia all'Abruzzo.
Peccato però, che, ad oggi, lo stesso vicepresidente non sia intervenuto sull'ennesimo progetto eolico molisano che insiste sulla vallata del Trigno, quello di Montemitro. Presentato dalla società En & En di Treviso avrà una potenza massima di 21 Mw. Sabato scorso diversi comitati e associazioni insieme ad alcuni sindaci e a tanti cittadini hanno dato vita a un sit-in davanti al municipio del paese.
Gli stessi attori della protesta erano già scesi in campo a Montecilfone, dove è in progetto un altro, l'ennesimo, parco eolico.
Petraroia, quindi, guarda con preoccupazione agli insediamenti delle regioni vicine - la Campania - ma dimentica l'espansione eolica in corso nel proprio territorio. Per la Valle del Trigno (al centro di altre problematiche come l'abbandono di rifiuti pericolosi e la presenza di siti industriali impattanti), già vista come 'terra di nessuno' dagli amministratori abruzzesi, si profila quindi anche la beffa: essere dimenticata anche da quei rappresentanti regionali preoccupati per le stesse tematiche, ma... in altre regioni.