Inutile continuare a girarci intorno, l'Alto Molise dall'inizio del '900 non ha fatto altro che guardare i 'propri figli' allontanarsi per cercare 'un posto migliore', non per una questione paesaggistica, sia ben inteso, ma per necessità lavorative ed economiche.
Se si prende in considerazione la popolazione registrata all'inizio del novecento nell'Alto Molise si osserva un dato che risulta essere pari a 35.031 abitanti. Ad oggi invece la popolazione residente nella stessa zona si aggira intorno alle 12.500 unità . Non va troppo meglio all'intera regione che ha subito, un calo costante di circa 1000 unità annue.
Le motivazioni di questa discesa senza paracadute sono rintracciabili in alcune cause non del tutto sconosciute ai più: si parla soprattutto di un aumento dell’aspettativa di vita e di un calo delle nascite. Il primo dei due punti ha, nell'ultimo periodo, toccato l’80% per gli uomini e 85,5% per le donne. Un’ulteriore precisazione viene fuori se si considerano i dati riguardanti le stesse aspettative di vita per la fascia della popolazione che supera i 65 anni. Anche in questo caso le percentuali toccano quota 18.6% per la popolazione maschile e addirittura il 22,4% per quella femminile.
Come detto è strettamente connessa a questa longevità il calo della natalità che è evidente già da molti anni a questa parte. Se, congiuntamente a quanto detto nelle prime righe, risale al 2009 l’ultimo calcolo delle nascite solo nella zona dell’Alto Molise, ad oggi, in relazione al dato regionale di 7,7 nascite per mille abitanti annue, si giunge ad una media di 0,3 nascite all’anno.
Un rapporto del genere porta quindi ad un indice di vecchiaia che era pari al 283% nel confronto dati tra inizio ‘900 e il 2009 mentre, ad oggi e per l’anno appena trascorso, arriva sino al 57% solo per l’Alto Molise.
Ultima questione è anche il saldo migratorio. Anche in questo caso non si va tanto per il sottile giacché, facendo un discorso puramente regionale, si nota che su un totale di 318.750 abitanti si verifica un decremento di -509 unità per lo scorso anno. Riportando il dato in base alla popolazione della zona da noi osservata si evince che il decremento tocca quota -20 unità annue in media. Inutile aggiungere il paragone con il dato delle nascite osservato e riportato poc’anzi.
Alla base di tutti questi dati spesso si pone la cattiva gestione politica delle nostre zone che non vengono valorizzate ne sotto il profilo turistico ne sotto quello istituzionale. A tal proposito possono farsi due esempi: il primo è la limitazione dell’orario di lavoro, o la chiusura, degli uffici postali (per un approfondimento leggi qui) mentre il secondo è costituito dagli ulteriori tagli alla sanità che con un deficit di circa 400 milioni di euro potrebbe portare alla chiusura del polo ospedaliero più importante della zona, vale a dire il San Caracciolo di Agnone.