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Disoccupazione: il Molise con encefalogramma piatto

Nessun cambiamento rilevante rispetto agli anni precedenti

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Sono stati resi noti gli ultimi dati istat relativi al tasso di occupazione nella regione Molise. Secondo l'isituto di statistica sale il tasso di attività (che passa dal 56,5% al 57,3%) così come quello di occupazione (che sale al 48,5% partendo dal 47,6%). Un leggero calo si nota proprio osservando il tasso di disoccupazione che è sceso dal 15,6% al 15,2% su scala regionale (grafico1).

Sulla stessa onda si muove il numero di occupati che passa da 99 mila unità alle 101 mila attuali (grafico2). Tuttavia il numero di persone che continuano a cercare un'occupazione resta ancora sui diciottomila soggetti. La conclusione è dunque semplice: se qualcuno ha avuto la fortuna di trovare un lavoro molti altri si sono trovati nella condizione opposta perdendo la propria occupazione.

La media regionale si attesta dunque, come detto intorno al 15%, tuttavia è possibile osservare anche i dati divisi in base alla provincia di interesse; infatti da si evince che la provincia di Isernia risulta essere più 'virtuosa', forse grazie anche alle sue dimensioni più contenute, con un tasso di disoccupazione del 13,9%. Per quel che riguarda la provincia del capoluogo la percentuale si attesta sui 16,4 punti percentuali.

Intanto però, anche se la media della regione centromeridionale non sembra così elevata, resta comunque lontana da quello che è il valore su scala nazionale visto che si attesta sul 12,7%.

Inoltre se si volesse fare un paragone tra l'ultimo trimestre del 2013 e lo stesso dell'anno appena trascorso ci si renderebbe da subito conto che il tasso di attività sale dal 57,5 al 59%, quello di occupazione dal 47 al 48,3%, mentre inviariato resta il dato della disoccupazione: 17,9%.

Seguendo i dati pubblicati, sempre a proposito dei due trimestri del 2013 e del 2014, si nota inoltre che la forza lavoro è passata da 119 mila a 122 mila unità mentre gli occupati salgono da 98 a 100 mila (grafico3). Purtroppo il disavanzo tra la forza lavoro e la popolazione occupata non fa che rendere evidente un dato ulteriore: 1000 in più, infatti, sono coloro che continuano a cercare un'occupazione.

Insomma, arrivando ad una conclusione rapida e relativamente semplicistica si può affermare che se anche i dati da un lato possono un po' rincuorare chi li legge nell'atto pratico non si trova alcun miglioramento.

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