Nel prossimo fine settimana Carovilli attende due importanti eventi: la prima edizione del concorso “Il più bel costume tradizionale e abito d’epoca” che si svolgerà sabato 22 agosto, e la 36esima edizione della “Tresca”, la grande festa del grano, che si svolgerà, come sempre, la penultima domenica di agosto che quest’anno cade il 23.
È stata la Pro Loco “Monteferrante” di Carovilli, che, in collaborazione con il Comune di Carovilli, ha voluto organizzare il Concorso “Il più bel costume tradizionale e abito d’epoca” al fine di valorizzare i bellissimi costumi tradizionali dei nostri paesi e gli abiti che in passato indossavano i nostri nonni. Rivisitare l’abbigliamento dei nostri antenati può far comprendere il modo di vivere del passato con le differenze esistenti non solo tra i vari paesi, ma anche all’interno delle stesse comunità. È un contributo alla conoscenza delle nostre radici ed alla evoluzione culturale delle nostre terre. L’idea è piaciuta talmente tanto che hanno aderito con entusiasmo ben 12 paesi, alcuni dell’Abruzzo, e Campobasso interverrà con due diversi gruppi. La manifestazione si terrà nella piazza di Carovilli che, con le sue scalinate e la facile predisposizione a salotto, farà da scenario alla sfilata dei tradizionali abbigliamenti di uomini e donne. Una qualificatissima giuria dovrà dare i responsi finali e saranno premiati i migliori tre costumi o abiti. La manifestazione avrà inizio a partire dalle ore 18,00.
La “Tresca”, al contrario, è una delle più antiche feste contadine di Carovilli. Tenuta in vita per molti anni con grande impegno e dedizione da volontari che ricordavano la loro infanzia, oggi è passata sulle spalle dei giovani che non vogliono rinunciare alla cultura contadina, alla devozione per la Madonna Incoronata, cui sarà devoluto l’incasso per il grano raccolto, e alla tradizione dell’accoglienza nei confronti dei forestieri e per questo hanno costituito l’Associazione “Amici della Tresca”. Questa festa è la parte finale di qualcosa che è iniziata molti mesi prima: quando viene seminato il grano in un campo messo a disposizione da uno dei volontari. Una volta che questo sia giunto a maturazione si procede alla mietitura e alla formazione dei covoni; infine alla “Tresca” si sciolgono i covoni si spargono sull’aia, ben pulita in precedenza, vi si fanno galoppare sopra i cavalli per separare la paglia dal grano e una nutrita squadra di “sollevatori” alza il tutto in modo che il vento, mai assente accanto alla chiesetta tratturale di San Domenico, possa portare distante la paglia e che rimanga a terra soltanto il grano. Naturalmente le più affezionate e presenti sono le persone anziane che ricordano i tempi in cui proprio da quella fatica dipendeva il modesto tenore di vita di tutta la famiglia, ma anche i giovani si sono affezionati a questa tradizione e desiderano fortemente impedire che muoia. C’è chi interviene con i cavalli, chi organizza la squadra dei sollevatori, chi si presta per dirigere i cavalli sul grano, insieme a numerosi ragazzi pronti a dare una mano. Poi ci sono coloro che preparano i pasti per assicurare l’accoglienza e per fornire cibi e bevande ai presenti a prezzi di puro costo. Infine altri organizzano i giochi o suonano l’organetto o la fisarmonica per rallegrare la giornata con balli e canti.